Multipolarismo e alternative culturali all'unipolarismo

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    Gothorum Nobilis Victoria (Alzati in piedi o muori)

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    Allora inizio a trattare con un pò di temi di persone e fonti che hanno le idee chiare sul concetto di multipolarismo e sovranità che a mio avviso non deve essere solo di una o alcune nazioni ma del mondo intero.

    Sovranismo universale contro la dittatura di un sistema finanziario che prevede pochissimi al vertice e tutti gli altri schiavi omologati.

    Partiamo con una fonte che ben spiega cosa si va sostenendo e io in primis mi sento d'accordo con loro


    www.geopolitica.ru/it/nostra-missione

    logogeo



    Nostra Missione


    Geopolitika.ru portale è una zona di monitoraggio costante della situazione geopolitica nel mondo, attraverso l'applicazione di metodi di geopolitica classica e post-classica. Il portale segue la linea dell'approccio eurasiatica e il gruppo di analisi lavora a stretto contatto con il Movimento Internazionale Eurasiatica, il Centro di Competenza Geopolitico, il Centro per gli Studi Conservatori e gli certi ex-membri di Katehon think tank.
    Lo scopo degli esperti e analisti del portale è quello di promuovere un mondo multipolare in base all'ordine di "grandi spazi". Il nostro obiettivo - la battaglia per il quarto nuova Nomos della Terra (nella terminologiaK.Shmitt ). Questo Nomos deve essere radicalmente diverso dal modello globalista unipolare basato sulla dittatura della ideologia liberale. Partiamo dal principio di base dell'antropologia culturale, sostenendo che non ci può essere un comune mezzo universale rispetto ad tutte culture e civiltà. Non c'è progresso assoluto o regressione assoluta, e nessuno ha il diritto di essere considerato uno di più "sviluppati" e l'altro "meno", e di imporre su questa base i propri criteri e valori agli altri. Il tempo e lo spazio sono i costrutti sociologici, interamente dipendenti della società. Passando da una società all'altra, stiamo cambiando non solo la lingua, religione e costumi, ma anche una comprensione delle cose più fondamentali - Dio, l'uomo, il tempo, lo spazio. Il rispetto per l'identità di ogni nazione, ogni civiltà e ogni cultura è il fondamento del modello multipolare che difende attivamente analisti, politologi, sociologi ed etnologi che si sono riuniti intorno al nostro portale.
    Nel campo dell'ideologia, respingiamo tutte e tre le teorie politiche del Moderno europeo -
    1) il liberalismo,
    2) il comunismo
    3) il fascismo,
    considerandole del tutto inadatto per la comprensione dei processi che oggi sono presenti in tutto il mondo, e in seguito, in linea con lo sviluppo della Quarta Teoria Politica .
    Su questi presupposti si basa la nostra analisi dei processi nelle relazione internazionale.

    Redattore in capo L.V.Savin





    Altro aritcolo ma degno di nota

    https://www.geopolitica.ru/it/article/lord...-di-inevitabile



    L’ORDINE POST-GLOBALE È QUALCOSA DI INEVITABILE



    19.03.2020
    Alexander Dugin

    La crisi che l’umanità sta attraversando a seguito della pandemia da Coronavirus ha assunto una dimensione talmente globale che un ritorno alla situazione preesistente è semplicemente impossibile.

    Se non si arresta la diffusione del virus entro un mese e mezzo / due mesi, il fenomeno diventerà irreversibile e da un giorno all’altro l’intero ordine mondiale collasserà. La storia ha visto periodi simili che sono stati associati a disastri di scala globale, guerre e altre circostanze straordinarie.

    Se cerchiamo di guardare al futuro senza preconcetti e in modo aperto, possiamo prevedere alcuni degli scenari generali o dei singoli momenti che con maggiore probabilità potrebbero verificarsi.

    1. Il crollo definitivo, rapido e irrevocabile della globalizzazione. Da tempo essa dà segni di crisi, ma l’epidemia ne ha annichilito tutti i principali assiomi: le frontiere aperte, la solidarietà delle società, l’efficacia delle istituzioni economiche esistenti e la competenza delle élite al potere. La globalizzazione è fallita ideologicamente (liberalismo), economicamente (reti globali) e politicamente (leadership delle élite occidentali).

    Prima riconosciamo questa particolare svolta, più saremo preparati ad affrontare le nuove sfide. La situazione è paragonabile a quella degli ultimi giorni dell’URSS: la stragrande maggioranza della classe dirigente sovietica si rifiutava persino di prendere in considerazione la possibilità di passare a un nuovo modello di Stato, di governance e di ideologia, e solo una piccolissima minoranza si rendeva conto della vera natura della crisi ed era pronta ad adottare un modello alternativo. In un mondo bipolare, il crollo di un polo ha lasciato solo l’altro, e così la scelta è stata quella di riconoscere la sua vittoria, copiare le sue istituzioni e cercare di essere assimilati nelle sue strutture. Questo è ciò che ha portato alla globalizzazione degli anni Novanta e al mondo unipolare.

    Oggi, quel che sta venendo giù è proprio il mondo unipolare, un fatto che è stato riconosciuto (in termini di ideologia, economia e ordine politico) da tutti i maggiori attori mondiali, Cina, Russia e quasi tutti gli altri, e che è stato accolto con nuovi tentativi volti ad ottenere l’indipendenza e a migliorare le proprie condizioni. Di conseguenza, le élite al potere si trovano di fronte a un problema più complesso: la scelta tra un modello che si sgretola nell’abisso e l’ignoto totale, in cui nulla può servire da modello per costruire il futuro. Si può immaginare come, ancor più che alla fine dell’era sovietica, le élite al potere si aggrapperanno al globalismo e alle sue strutture nonostante l’evidente collasso di tutti i suoi meccanismi, strumenti, istituzioni e strutture.

    Pertanto, il numero di coloro che riusciranno a navigare più o meno liberamente nel caos crescente sarà piuttosto piccolo anche in seno alle élite. Come si svilupperà il rapporto tra globalisti e post-globalisti è difficile da immaginare, ma è già possibile anticipare in termini generali i punti principali della realtà post-globalista.

    1. La società aperta diverrà una società chiusa. La sovranità assurgerà al rango di valore più alto, di valore assoluto. Il bene verrà dichiarato essere la salvezza e il supporto vitale di un particolare popolo all’interno di uno Stato concreto. Il potere sarà legittimo solo se saprà affrontare questo compito: prima di tutto, salvare la vita delle persone nel quadro di una pandemia e dei processi catastrofici che la accompagnano, e poi organizzare una struttura politica, economica e ideologica che gli permetta di difendere gli interessi di questa società chiusa in rapporto alle altre. Questo non implica necessariamente una guerra di tutti con tutti, ma allo stesso tempo determina preliminarmente la principale e assoluta priorità di questo paese e di questo popolo. Nessun’altra considerazione ideologica potrà prevalere su questo principio.

    2. Una società chiusa deve essere autocratica. Ciò significa che deve essere autosufficiente e indipendente dai fornitori esterni in materia anzitutto di alimentazione, produzione industriale, nel suo sistema monetario e finanziario e in relazione al suo potere militare. Tutto questo diventerà la priorità principale nella lotta contro l’epidemia, quando gli Stati saranno costretti a chiudersi – ma nel mondo post-globalista questa rappresenterà una caratteristica permanente. Se i globalisti la vedono come una misura temporanea, i post-globalisti dovrebbero, al contrario, prepararsi a farla diventare una priorità strategica.

    3. L’autosufficienza nel sostegno alla vita, nelle risorse, nell’economia e nella politica deve essere combinata con una politica estera efficace, dove acquistano un ruolo di primo piano le alleanze strategiche. La cosa più importante è avere un numero sufficiente di alleati strategicamente e geopoliticamente importanti che insieme costituiscano un potenziale blocco in grado di fornire a tutti i partecipanti una resistenza efficace e una difesa sufficientemente affidabile contro probabili aggressioni esterne. Lo stesso vale per i legami economici e finanziari che espandono il volume dei mercati accessibili, non su scala globale ma regionale.

    4. Per garantire la sovranità e l’autonomia, è importante stabilire il controllo su quelle aree da cui dipende la sovranità e la sicurezza di ogni entità sovrana. Questo rende alcuni processi di integrazione un imperativo geopolitico. L’esistenza di enclave ostili (potenziali o reali) in prossimità minacciosa del territorio nazionale minerà la difesa e la sicurezza. Pertanto, già nella fase di lotta contro l’epidemia, è necessario prevedere e definire un certo modello di integrazione.

    Il mondo post-globalista può essere immaginato nella forma di diversi grandi centri e di un certo numero di centri secondari. Ogni polo maggiore dovrà soddisfare i requisiti dell’autarchia. Si tratta di un modello analogo a quello degli imperi tradizionali. Ciò implica:

    - un unico sistema verticale di controllo rigido (in una situazione di crisi con poteri dittatoriali all’autorità suprema);

    - piena responsabilità dello Stato e delle sue istituzioni per la vita e la salute dei cittadini;

    - l’assunzione da parte dello Stato della responsabilità per la fornitura di cibo alla sua popolazione entro confini chiusi, il che presuppone un’agricoltura sviluppata;

    - l’instaurazione della piena sovranità monetaria, con la moneta nazionale ancorata all’oro o alla copertura delle merci (cioè all’economia reale) piuttosto che al sistema delle riserve mondiali;

    - la garanzia di un alto tasso di sviluppo dell’industria nazionale sufficiente per competere efficacemente con altri Stati chiusi (il che non esclude la cooperazione, ma solo quando il principio dell’indipendenza e dell’autonomia industriale non viene intaccato);

    - creazione di un’efficiente industria militare e delle necessarie infrastrutture scientifiche e produttive;

    - controllo e manutenzione del sistema di trasporto e di comunicazione che garantisca la connessione tra i singoli territori dello Stato.

    Ovviamente, per raggiungere tali straordinari obiettivi, è necessario:

    - un’élite del tutto speciale (classe politica post-globalista);

    - di conseguenza, sarà necessario adottare un’ideologia di Stato completamente nuova (il liberalismo e il globalismo non sono particolarmente adatti a questo scopo, per usare un eufemismo).

    La classe politica dovrebbe essere reclutata tra i dirigenti e il personale delle istituzioni militari.

    L’ideologia dovrebbe riflettere le caratteristiche storico-culturali e religiose di una particolare società e avere un orientamento futurologico – la proiezione dell’identità civilizzazionale nel futuro.

    È importante notare che quasi tutti i paesi e i blocchi di paesi moderni – sia quelli completamente immersi nella globalizzazione, sia quelli che hanno cercato di starne lontani – dovranno passare attraverso qualcosa di simile.

    A questo proposito, si deve presumere che tali processi renderanno gli Stati Uniti uno dei più importanti attori mondiali e allo stesso tempo ne cambieranno la natura – da cittadella della globalizzazione a potente entità autocratica che si limita a difendere i propri circoscritti interessi. I prerequisiti per una tale trasformazione sono già contenuti in parte nel programma di Donald Trump, e nella lotta contro le pandemie e nello stato di emergenza ciò acquisirà caratteristiche ancora più distinte.

    Anche Francia e Germania sono pronte a seguire la stessa strada – finora, con misure di emergenza, altre potenze europee si stanno già mobilitando in questa direzione. Con l’aggravarsi e il protrarsi della crisi, questi processi si avvicineranno sempre più a quanto abbiamo delineato.

    La Cina è relativamente pronta per una tale inversione di tendenza, ideologicamente e politicamente, in quanto Stato rigidamente centralizzato con una pronunciata verticale del potere. La Cina sta perdendo molto con il crollo della globalizzazione, che è riuscita a mettere al servizio dei suoi interessi nazionali, ma in generale essa ha sempre posto un accento particolare sulla propria autarchia, che non ha trascurato nemmeno nei periodi di massima apertura.

    Ci sono i presupposti per una tale evoluzione post-globalista in Iran, Pakistan e in parte in Turchia, che potrebbero diventare i poli del mondo islamico.

    L’India, che sta rapidamente rivitalizzando la sua identità nazionale, ha iniziato a ristabilire attivamente i legami con i Paesi amici della regione nel contesto della pandemia, predisponendo i nuovi processi.

    Anche la Russia presenta una serie di aspetti positivi in queste sue condizioni di partenza:

    - la politica di Putin negli ultimi due decenni volta a rafforzare la sua sovranità;

    - la disponibilità di una seria potenza militare;

    - precedenti storici di piena o relativa autarchia;

    - tradizioni di indipendenza ideologica e politica;

    - forte identità nazionale e religiosa;

    - il riconoscimento da parte della maggioranza della legittimità del modello di governo centralista e paternalista.

    Tuttavia, l’attuale élite al potere, formatasi in epoca tardo sovietica e post-sovietica, non sta raccogliendo affatto le sfide del tempo, essendo l’erede dell’ordine mondiale bipolare e unipolare (globalista) e del pensiero ad esso collegato. Economicamente, finanziariamente, ideologicamente e tecnologicamente, la Russia è troppo legata alla struttura globalista, il che la rende per molti versi impreparata ad affrontare efficacemente l’epidemia se questa dovesse trasformarsi da emergenza di breve periodo in creazione di un nuovo – e irreversibilmente post-globalista – ordine mondiale. Queste élite condividono un’ideologia liberale e basano le loro attività in una certa misura su strutture transnazionali – vendita di risorse, delocalizzazione dell’industria, dipendenza da beni e prodotti importati, integrazione nel sistema finanziario globale con il riconoscimento del dollaro come valuta di riserva, ecc. Né nelle loro competenze, né nella loro visione del mondo, né nella loro cultura politica e amministrativa, queste élite sono in grado di guidare la transizione verso il nuovo Stato. Tuttavia, questo stato di cose è comune alla stragrande maggioranza dei paesi, dove la globalizzazione e il liberalismo sono stati fino a poco tempo fa considerati dogmi indistruttibili e inconfutabili. In questo caso, la Russia ha la possibilità di cambiare questo stato di cose, rendendo lo Stato e la società pronte a entrare nel nuovo ordine post-globalista.

    Traduzione di Donato Mancuso

    Altro articolo peraltro molto bello

    Il collasso dell’America

    www.geopolitica.ru/it/article/il-collasso-dellamerica


    10.01.2020
    Stati Uniti
    Walt Garlington
    Le nazioni del mondo non hanno nulla da temere a lungo termine: il Sacro Impero Repubblicano d'America alla fine crollerà, perché non ha coltivato facoltà in grado di discernere, apprezzare, partecipare o creare bellezza spirituale.

    La Cina ha il suo fondamento nella raffinatezza dell'anima attraverso gli insegnamenti e l'esempio di saggi come Confucio. Il guqin [uno strumento musicale a corde] era, ad esempio, “lo strumento preferito di Confucio”:

    “Molte persone dicono che dovremmo ripristinare la cultura tradizionale cinese”, ha detto Zhao Jiazhen, un maestro guqin il cui pubblico ha incluso il presidente Barack Obama. “Qin è il vettore di questa cultura. Veniva suonato da molti imperatori e poeti antichi. Se pensate alla cultura cinese, dovete considerare il qin.” (“Gu” significa antico e lo strumento a volte viene semplicemente chiamato “qin”.)
    In effetti, il guqin era lo strumento musicale per antonomasia dell'élite istruita della Cina tradizionale. Per millenni ci si è aspettato che qualsiasi uomo degno del suo nome vi fosse abile, insieme agli scacchi, alla calligrafia ed alla pittura. Si credeva che il guqin fosse lo strumento più capace di collegare uomo e cosmo, per armonizzare cielo e terra; alcuni hanno persino affermato che possa evocare fantasmi, curare malattie, far ballare gli uccelli e far volare i pesci.

    L'albero di Paulownia, dal cui legno viene fabbricato lo strumento, era ritenuto speciale, prosperando in aree remote, ergendosi come uno spirito ed assorbendo la luminescenza del sole e della luna.

    Il guqin è così profondamente radicato nella cultura cinese che studiarlo significa abbracciare una filosofia morale onnicomprensiva nota come “la via del qin”, essenzialmente uno stile di vita di moderazione, auto-coltivazione e decoro. Un sincero seguace della via del qin non cerca fama ma, come Boya, preferisce un pubblico selezionato di pini profumati, picchi scoscesi, nebbie vorticose e occasionali discernenti umani. In effetti, un vero devoto guqin non deve assolutamente suonare lo strumento. Può semplicemente possederlo e apprezzare la sua “musica senza suono”.

    La corretta esecuzione del guqin è una metafora del buon governo – “se le stringhe più grandi sono troppo strette, le stringhe più piccole si romperanno” - e gli imperatori venivano spesso rappresentati con in mano un guqin.

    -- Sheila Melvin, www.nytimes.com/2012/04/12/arts/12iht-guqin12.html
    (I nostri ringraziamenti al Sig. Cristian per questo collegamento)

    Per un'idea di come suoni il guqin quando viene usato:



    La Russia ha le sue fondamenta nella radiosa bellezza dell'unica vera fede della Santa Chiesa ortodossa, che porta dal suo deposito di santità abbondanti benedizioni di gentilezza, dolcezza, luce e guarigione come questa:

    Nel 16° secolo, questa icona fu trovata in una splendida cornice sul Monte. Kuremyae, noto alla popolazione estone come Pyukhtitsa, cioè la “Montagna Sacra”. Ai piedi della montagna c'è una sorgente da cui scorrono acque curative.

    Secondo la tradizione, la Santa Icona apparve in un momento in cui la nobiltà tedesca si sforzava di convertire forzatamente i locali alla loro fede. Fu allora che la Madre di Dio mostrò la sua gentile misericordia alla popolazione locale per rafforzarla nella Fede ortodossa.
    Una mattina, un pastore estone vide la Vergine in piedi in una luce radiosa sulla montagna; ogni volta che tentava di avvicinarsi, lei diventava invisibile. Il pastore stupito descrisse questa apparizione miracolosa ai suoi concittadini, che a loro volta furono in grado di confermare che il suo racconto era vero. Il giorno seguente, fu trovata un'icona della Dormizione della Madre di Dio, che riposava in una fessura in un'antica quercia.

    I pastori estoni che trovarono l'icona della Madre di Dio la donarono agli abitanti ortodossi del loro villaggio. Quindi gli abitanti del villaggio costruirono una cappella per ospitare l'icona sacra vicino alla sorgente curativa ai piedi della montagna.

    Nel 1876 fu eretta una chiesa sul sito del ritrovamento della Sacra Icona e nel 1891 vi fu istituito il Monastero femminile della Dormizione. Il giusto San Giovanni di Kronstadt, grande pastore e intercessore di preghiera per tutta la Russia, fu un vero padre nativo e spirituale per le monache del monastero, fornendo loro nutrimento e istruzione spirituale. Previde che sul luogo dell'apparizione benedetta della Madre di Dio sorgesse un grande monastero della cattedrale, che sarebbe diventato un faro dell'ortodossia in terra estone. Fratello Giovanni amava moltissimo il Monastero di Pyukhtitsa e spesso, mandando lì i suoi figli spirituali, diceva loro: “Sarai a tre passi dal Regno dei Cieli”.

    Ogni anno nella festa della Dormizione del Santissimo Theotokos, un numero così elevato di fedeli si radunava a Pyukhtitsa che durante la Veglia notturna, l'intera montagna sarebbe stata illuminata dalle candele tenute dai fedeli.

    L'icona Pyukhtitskaya della Dormizione della Madre di Dio ha dimensioni relativamente ridotte. Sull'icona sotto la raffigurazione della Madre di Dio nella tomba è applicata una rete d'argento a maglie aperte che funge da sudario.

    I pellegrini di tutto il mondo continuano a venire a Pyukhtitsa per inchinarsi davanti all'icona concessa [ai fedeli] dalla regina del cielo stessa e per lavarsi nelle acque curative della sorgente.

    https://pravoslavie.ru/sas/image/102969/296939.p.jpg
    -- http://orthochristian.com/114629.html

    Le nazioni dell'Europa occidentale avevano le stesse fondamenta della Russia nella Fede ortodossa prima che il Grande Scisma fornisse loro una nuova base mezza pagana (qualcosa che il dottor Joseph Farrell annota ampiamente nella sua opera “Dio, Storia e Dialettica”). Tuttavia, nei secoli successivi hanno conservato una certa sensibilità alla bellezza, come è evidente, ad esempio, nelle opere musicali di Corelli, Haydn ed altri.

    Ed allo stesso modo, per molti altri luoghi nel mondo.

    L'impero americano, tuttavia, è fondato non sulla verità, sulla bellezza e sulla bontà, ma su bugie, bruttezza e violenza. Le sue basi furono gettate sulle ossa di centinaia di migliaia di sudisti e nativi americani macellati, un invito ai demoni che non è mai stato revocato.

    Piuttosto, questo Impero ha solo rafforzato il suo dominio demoniaco sugli Stati uccidendo in casa propria milioni di bambini non ancora nati attraverso l'aborto e centinaia di migliaia di adulti e bambini nelle guerre all'estero.

    Conosce poco della bellezza spirituale e della raffinatezza dell'anima, ma è invece molto incline alla stimolazione delle passioni brutali nella ricerca del denaro, del piacere e simili.

    Il tessuto fisico delle sue comunità (se si può chiamarle così) che ha costruito è un vero riflesso di questa bruttezza spirituale - deformata, bizzarra, disorientante:

    https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com..._restaurant.jpg
    -- Google campus in California, via https://en.wikipedia.org/wiki/Googleplex
    È lo stesso con le sue clownesche squadre sportive professionistiche:

    E la sua terribile musica pop-rock che ha vomitato su quasi tutta l'umanità:

    Questi sono obiettivi facili, però. Ma anche la sua “Roccia cristiana” e l'architettura da megachiese ed altre forme d'arte mostrano un disordine nell'anima di coloro che sono presumibilmente “religiosi”:


    -- Tenda da circo, Centro congressi, o edificio chiesa? Via Lisa Anne Auerbach, https://www.theguardian.com/artanddesign/2...ography-america

    Fumetto o Sacra Scrittura?
    www.theactionbible.com/product/the-action-bible/
    www.theactionbible.com/product/the-battle-begins/

    Dato che al suo interno ha poco di buono, l'Impero americano ricorre a bugie sul fatto che è un “popolo eletto” per giustificare la sua esistenza.

    Nessuna nazione costruita con tale materiale durerà a lungo. Quindi diciamo di nuovo ai Paesi del mondo: abbiate pazienza e non sarete più turbati dall'impero americano.

    È fin troppo vero che il Sud è caduto in preda a questa bruttezza spirituale e fisica. Tuttavia, la prospettiva dominante una volta era lì molto diversa (prima del cataclisma della Guerra di aggressione nordista di Lincoln). I suoi leader, uomini come James Johnston Pettigrew, William Gilmore Simms, Robert Allston ed altri, erano profondamente impegnati nella bellezza, nell'ordine, nell'armonia e simili, sia nell'anima che all'esterno. Questa preoccupazione e l'impegno sopravvivono in scrittori come Richard Weaver, Flannery O’Connor, Marion Montgomery e altri. Per recuperarlo completamente, i sudisti devono leggere dalla loro tradizione e ricominciare a viverla. A tal fine, a Dio piacendo un giorno non lontano, proveremo a dare uno sguardo più approfondito a quella tradizione in relazione alla bellezza ed alle sue affinità.


    ***************************
    Articolo originale di Walt Garlington:
    www.geopolitica.ru/en/article/collapse-america
    Traduzione di Costantino Ceoldo
     
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    GLOBALIZZAZIONE E LIBERALISMO SONO SULL’ORLO DEL COLLASSO – MA CHI E COSA VERRÀ DOPO?

    https://www.geopolitica.ru/it/article/glob...cosa-verra-dopo



    09.03.2019
    Alexander Dugin

    Il liberalismo e la globalizzazione hanno decisamente fallito. La situazione mi ricorda gli ultimi anni dell’URSS. Allora, il vero potere era ancora totalmente nelle mani del Partito Comunista che controllava quasi tutto, ma allo stesso tempo l’intero sistema era finito. E chiunque avrebbe potuto accorgersene.

    Attualmente, per il dominio globale delle élite liberali ci troviamo nella stessa identica situazione. Esse controllano ancora tutto, ma sono già nella fase terminale. Scompariranno alla stessa velocità del comunismo nell’Europa orientale.

    La mobilitazione anti-populista (anti-Putin, anti-Assad, anti-Cina, anti-Brexit, anti-Iran, anti-Salvini e così via) di Bernard-Henri Lévy, di E. Macron, di G. Soros, dei Rothschild o dei Clinton dimostra di essere in uno stato di pura sofferenza. Per loro è finita.

    Non sono più in grado di governare. Sono condannati. Persevereranno e potranno guadagnare un po’ di tempo prima del collasso definitivo e irreversibile, ma i loro giorni saranno contati.

    Non hanno più influenza sul futuro, l’hanno persa. Il Messia non arriverà in questo “Stato d’Israele” come attualmente è – Naturei Karta lo ha capito benissimo. Questo Stato è una parodia creata dall’uomo, non un miracolo escatologico, è esso stesso una fake-news. Quindi terminerà.

    Lo stesso vale per la versione liberal di “The End of History”. Era una presunzione totalmente sbagliata. Lo stesso vale per l’ideologia dei “diritti umani” – nessuno crede più in questa ipocrita menzogna neo-imperialista a doppio standard. Lo stesso vale per la “crescita economica infinita” o per la “classe media globale” o la “società civile”. Lo stesso per il “Postmodernismo” e “l’Illuminismo”.

    In futuro non è possibile la continuità per tutto questo. Ci stiamo avvicinando a un momento di grande discontinuità.

    Questo non vuol dire che il futuro sarà con certezza nostro, ma la verità è che non sarà più loro. Il futuro è ancora una volta aperto. La censura liberale dei miei libri su Amazon, o sui Gilet Gialli, o di FaceBook che vieta qualsiasi forma di discorso non liberale (forme non-liberal o della vita) sono i segni che la fine è vicina.

    Tutti coloro che adesso vengono sanzionati e banditi, tutti coloro che vengono accusati quali paesi canaglia o “putinisti”, tutti coloro che vengono emarginati e criminalizzati – bianchi, populisti, identitari, maschi, religiosi, difensori della giustizia sociale, tradizionalisti, conservatori e così via – molto probabilmente saranno i primi ad arrivare al periodo post-liberale. Ma questo non è sicuro e non c’è un piano o una strategia per il futuro. Potrebbe anche rivelarsi una vittoria di Pirro.

    Può darsi che il nostro rifiuto istintivo del liberalismo sia alquanto sano e logico, ma è una specie di reazione contro il male puro che sta diventando troppo evidente. Quando non esisteranno più le loro regole, nessuno sarà preparato per il passo successivo. I globalisti e i liberal non avranno futuro. Ma può darsi che anche noi non ne abbiamo. Siamo troppo impegnati nella lotta contro il prosciugamento della palude globale liberal che è ancora enorme e potente, e non siamo in grado di discernere nulla oltre a questo.

    Propongo: prima finiamo questo compito e dopo vedremo cosa fare. Ma il domani è già iniziato. E loro non ci saranno nell’era futura. Perciò dobbiamo essere preparati meglio per questo. L’agonia della Bestia liberal è pericolosa, ma anche il futuro è colmo di grandi problemi. Oggi i liberal governano il mondo e per questo ne devono sopportare tutti i rischi. Stanno fallendo i loro obiettivi, perdendo la loro legittimità, stanno per scomparire.

    Ma… dopo di loro chi si assumerà la vera responsabilità dell’umanità? Vediamo e siamo più o meno d’accordo su ciò che è sbagliato, ma le nostre idee su come uscire da questo disastro sono ancora piuttosto vaghe. Attualmente non siamo d’accordo su ciò che è bene fare. E questo può diventare un problema serio. Loro sono finiti e suppongo se ne siano accorti. Ma il peso della reale responsabilità per il destino dell’umanità, sebbene essa sicuramente oggi non sia al suo livello migliore, è enorme.

    Quando se ne saranno andati, chi premerà e assumerà il potere?

    Ora è il momento giusto per pensarci …

    Traduzione: Luciano Lago
     
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    Il ritorno dei bei tempi


    Replica di Dugin ad un articolo dell’Washington Post - Traduzione di Donato Mancuso


    Il 16 aprile 2019, il Washington Post ha pubblicato un articolo intitolato «Perché i nazionalisti di estrema destra come Steve Bannon hanno abbracciato un ideologo russo. E come le sue fantasie medievali distorcono la storia per la sua causa» [1], scritto da Brandon W. Hawk e dedicato interamente a me e all’influenza che le mie idee esercitano nei circoli americani dei conservatori e della destra alternativa, incluso il loro principale ideologo anticonformista, Steve Bannon, e attraverso lui, Trump stesso.

    A causa della totale distorsione delle mie reali opinioni, del bassissimo livello delle polemiche e dell’enorme quantità di bugie e invettive presenti (come al solito), avevo inizialmente deciso di lasciar correre questo attacco rimanendo in silenzio, come faccio di solito con tanti altri attacchi del genere. Si tratta di pura propaganda totalitaria liberale che combatte contro chimere senza alcun legame con la realtà che essa stessa crea artificialmente.



    Il liberalismo moderno è un’ideologia puramente totalitaria che opera con lo stile e i metodi sovietici o di Goebbels: chiunque osi sfidare la narrativa globalista liberale è «fascista» o «comunista». Io sfido effettivamente la narrativa glibalista liberale e agli occhi dei propagandisti non corrispondo all’immagine del comunista (forse del «neo-stalinista», come spesso vengo chiamato). Di conseguenza, sono etichettato come «fascista», e tutto il resto viene da sé: «razzista», «antisemita», «imperialista», «hitleriano» e così via.

    Si può costruire questo discorso in modo meccanico:

    Il signor X è contro il globalismo liberale. Non sappiamo nulla di lui o delle sue idee.
    Ma il fatto stesso che il signor X sia anti-liberale e anti-globalista significa che egli dovrà necessariamente essere o comunista o fascista.
    Se il signor X menziona ripetutamente nei suoi testi parole come «giustizia sociale» e «capitalismo» o i nomi di «Che Guevara» e «Marx», egli sarà sicuramente un comunista, quindi dobbiamo attaccarlo usando Orwell, Solženicyn, i crimini dei Gugal e Pol Pot. Egli è un dannato comunista.
    Se il signor X invece fa uso dei termini «tradizione», «famiglia», «popolo», «Schmitt» o «Heidegger», allora è sicuramente un nazista ed è personalmente responsabile dell’olocausto e delle stragi di massa.
    Bastano poche parole, e il signor X è finito: epurato, condannato e giustiziato. Nessun processo, nessun avvocato, nessuna legittima difesa, nessuna adeguata istruttoria, nessuna indagine. È già tutto chiaro. Il signor X è spacciato. Benvenuti nella distopia totalitaria liberale. Orwell à rebours, capovolto.

    L’articolo di Brandon W. Hawk è costruito esattamente con lo stesso stile. Non mostra alcuna conoscenza dei miei scritti, né alcun interesse in essi. Si limita ad affermare che il signor Dugin è contro il globalismo liberale (sì, questo è vero) e che su un sito a caso (ne ho molti di questi siti, e una gran parte di essi è stata creata e viene aggiornata da persone a me totalmente sconosciute – potrebbero essere amici, troll o in egual misura haters) vi sono immagini che rappresentano il Medioevo europeo, compresa la Cattedrale di Notre Dame prima dell’incendio.

    Viene inoltre menzionata la parola «tradizione» (a volte con una «T» maiuscola) e vengono spesso citati Carl Schmitt e Heidegger. Non vi sono più dubbi: egli è un nazista. Supporta Putin? Bene, egli allora è «il nazista di Putin». Pericoloso? Di sicuro, esattamente come Milo Yiannopoulos, o forse molto di più (armi nucleari comprese). Brandon W. Hawk ha quasi terminato il suo articolo. Cos’altro? Ah! Bannon è tornato e Trump sta iniziando la sua seconda campagna elettorale. Ci dev’essere l’influenza del nazista di Putin su Bannon e Trump. Quindi costoro sono nazisti e nelle mani di Putin – beh, il rapporto di Mueller dev’essere in qualche modo sbagliato. È necessaria una nuova indagine. Ora tutto quadra perfettamente.

    Il Washington Post pubblica con entusiasmo l’articolo. Il felice piccolo Goebbels liberale Brandon W. Hawk ha fatto bene il suo lavoro. Il complotto per la restaurazione del malefico Impero Medievale da parte del nazista di Putin in combutta con Bannon e Trump diventa un fatto assodato. Il testo – scritto da un idiota, pubblicato su una testata di, da, e per idioti – è pronto. Niente di personale, è solo l’imperversante guerra ideologica. Il liberalismo e il globalismo si stanno difendendo e attaccano i «nemici della società aperta», come prevede l’ortodossia del programma popperiano-sorosiano. Mentite, mentite, mentite forti e fieri e loro obbediranno ai vostri ordini autoritari.

    Ecco di seguito alcune di queste menzogne e le mie relative repliche:

    «Un analista politico russo e fascista moderno, Dugin.»

    - Io sono piuttosto un antifascista, e spiego il perché nelle centinaia di pagine che compongono la mia Quarta Teoria Politica [2], un libro che, essendo antiliberale, anticomunista e antifascista, è stato bandito da Amazon [3], indovinate perché? (Vi do un suggerimento: Jeffrey Preston Bezos, proprietario dell’Washington Post, è allo stesso tempo amministratore delegato e presidente di Amazon; a quanto pare un servizio postale può essere un’arma ideologica, non meno della stampa).

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    «La sua ideologia eurasista si fonda su un nazionalismo religioso fondamentalista.»

    - Sono un anti-nazionalista convinto perché la nazione è una creazione moderna, capitalista e artificiale (concordo con Gellner e Benedict Anderson circa la nozione di «comunità immaginate»), e mi oppongo alla Modernità, alla borghesia e al capitalismo (essendo al contempo non-marxista e anticomunista giacché marxismo e comunismo sono parimenti frutto dell’era moderna, che io contrasto).

    «Il suo sito web è tappezzato di immagini e iconografie medievali: abbondano le icone di santi, le immagini di mosaici bizantini, manoscritti e architettura ecclesiastica».

    - Forse è così, ma non riesco a ricordare su quale dei, come ho spiegato, molti siti. Ma è questo un crimine? È questo un motivo valido per chiamarmi fascista?

    «La sua visione dell’Impero romano e dell’Europa medievale esalta i trionfi del nazionalismo monolitico bianco e cristiano».

    - Sono antirazzista. Questa è una mia profonda e ferma convinzione. Penso che la razza sia una creazione artificiale della Modernità. L’eurasismo che realmente sostengo riconosce l’identità mista del popolo russo e il ruolo positivo dei tatari e di altri gruppi etnici turanici nella società russa. Non vi sono espressioni che rimandano a «trionfi del nazionalismo monolitico bianco e cristiano» nelle mie opere. Questo potrebbe essere il caso dei movimenti nazionalisti americani o europei, ma non ha nulla a che fare con le mie idee. Ribadisco ancora una volta di essere fermamente contrario a tutti i tipi di nazionalismi, e il «nazionalismo cristiano» mi sembra del tutto privo di senso.

    «Dugin, Bannon e altri fondamentalisti di destra usano il termine razzista “giudaico-cristiano”».

    - Non uso mai il termine «giudaico-cristiano». Steve Bannon lo fa. Lo fanno anche 50 milioni di americani evangelici. Ma in teoria, come può un termine religioso che include il cristianesimo (senza alcun riferimento all’etnia) e l’ebraismo essere «razzista»? Allora un sesto della popolazione americana secondo questa «logica» sarebbe «antisemita»… Strano.

    «Inoltre, ci sono collegamenti tra Dugin e David Duke, Milo Yiannopoulos, Stephen Miller e persino il presidente Trump.»

    - Una volta David Duke mi si è avvicinato in un museo russo, scattando subito un selfie prima che io lo riconoscessi (non lo conoscevo prima di allora), e scomparendo un attimo dopo. Non abbiamo scambiato una sola parola. Spesso vengo avvicinato in questo modo per le strade di diverse città del mondo. Presumo esistano migliaia di selfie di questo tipo. Ho conosciuto Milo Yiannopoulos tramite Facebook e lo show televisivo di Alex Jones. Lui è divertente. Mi piace il suo modo di trollare i liberali, che sembrano dei perfetti sciocchi in sua presenza. Ma può il solo fatto di prestare attenzione ad alcune interviste di Milo Yiannopoulos su Internet essere considerato un «collegamento»? Nel modo di essere totalitario, sì, certamente. Il Grande Fratello ti sta osservando. Va bene allora.
    Un’ultima domanda: chi è Stephen Miller? Sembra che mi sia sfuggito qualcosa di importante. «Collegamenti» sembra essere solo la parola forte dell’uomo forte Brandon W. Hawk, un coraggioso combattente di fascisti, Capitan America contro Dottor Male.

    «E persino il presidente Trump».

    Sì, certo. Chiedete al signor Mueller e al suo rapporto.

    Queste citazioni aiutano a comprendere la qualità della conoscenza e il livello di obiettività dell’autore dell’Washington Post. Niente di speciale.

    Ho deciso di rispondere a questo attacco liberal-globalista tendenzioso, propagandistico e idiota (presumo scritto non tanto contro di me quanto contro Bannon e Trump) non per difendermi da false accuse. So quanto siano futili nel sistema totalitario globale le proteste contro la menzogna liberale che costituisce il discorso del potere. La ragione è molto diversa.

    Il motivo è che fondamentalmente sono d’accordo con Brandon W. Hawk. Io amo il Medioevo e odio la Modernità. Per me, l’Illuminismo è totalmente sbagliato, e la scienza moderna nonché la più ampia visione moderna, «scientifica» del mondo, si fonda su una menzogna. Io credo in Dio, negli Angeli e nello Spirito Santo, non in Descartes, F. Bacon, o Einstein. Penso che Platone e Aristotele avessero assolutamente ragione e i loro detrattori atomisti assolutamente torto. Sono convinto che i Padri della Chiesa siano portatori della verità assoluta e che la filosofia moderna sia l’irradiazione della mente dell’Angelo caduto, cioè di Satana. Sono certo che l’Apocalisse sia vicina, e considero il liberalismo e la globalizzazione come chiari segni dell’Anticristo e della Fine dei Tempi. Sono un tradizionalista e seguace degli slavofili russi, di Dostoevskij, di Soloviev e di vari monarchici e filosofi religiosi russi. Apprezzo molto le idee di René Guénon e di Julius Evola. Sono assolutamente a favore dall’antichità e del Medioevo e assolutamente contrario alla Modernità in tutte le sue forme. Adotto quindi una visione del mondo antimoderna e antioccidentale (nella misura in cui Modernità e Occidente significano la stessa cosa) e vedo la Modernità come la catastrofe e il declino dell’Occidente. Filosoficamente, concordo con Heidegger sul fatto che la Modernità si basi sull’oblio dell’Essere, e personalmente esorto le persone a risvegliarsi nella nuova scoperta dell’Essere. Considero l’intelligenza artificiale come la personificazione finale del das Man (o Gestell), come l’Anticristo o una delle sue teste.

    Sono favorevole alla restaurazione del Sacro Impero: romano per l’Europa e bizantino per la Russia. Allo stesso tempo, apprezzo l’idea di collettivi rurali autonomi e autogestiti: l’Impero dovrebbe quindi essere in qualche modo policentrico e federale, non centralizzato e nazionalista. Rifiuto la razza e abbraccio la religione come identità più profonda da difendere. Essendo cristiano ortodosso, nutro grande simpatia nei confronti delle altre religioni tradizionali: l’Islam, l’Induismo, il Buddismo, alcune branche tradizionali antimoderne del Giudaismo (come Naturei Karta). Sono anche un ammiratore della sacra civiltà cinese. Spero che tutto questo ritorni. Sono effettivamente un fautore del ritorno dei Bei Tempi, o del Medioevo. Il Medioevo è il riflesso dell’eternità, non del passato, quindi esso è sempre possibile. Non è una questione di tempo, è una questione di scelta.


    In Russia vi sono alcune persone – afferenti a diversi segmenti della società – che la pensano come me e ve ne sono altre, in numero molto maggiore, che avversano le mie idee. Lo stesso vale per gli altri paesi. Vi sono tradizionalisti in Europa, negli Stati Uniti, nel mondo islamico (soprattutto in Iran e Turchia), in Cina, India, America Latina e Africa, che condividono questo approccio. È ovvio che la maggioranza assoluta non lo condivida. Il fatto che sia così non è strano. In questi tempi, la maggioranza si suppone sia sotto l’ipnosi dell’Anticristo (globalismo, liberalismo, ontologia orientata agli oggetti, intelligenza artificiale e così via). Sono felice che vi siano persone, movimenti e talvolta leader politici di spicco che condividono la visione tradizionalista, sia pure in modo parziale, pragmatico o – molto più di rado – nel suo complesso. So che esistono persone del genere negli Stati Uniti, soprattutto tra i sostenitori di Trump. Sono felice di questo. E così dovrebbe essere: la Battaglia Finale non può limitarsi entro i confini nazionali. È un evento dell’umanità intera, che concerne tutta la storia umana. Il se-Stesso del Dasein combatte contro das Man (inteso come l’inautentica forma di esistenza del Dasein) per risolvere il problema dell’«Essere o non essere?» Questa è la linea di demarcazione. Non è una questione di vecchie ideologie (liberalismo, comunismo o fascismo), né una guerra tra nazioni, religioni, «razze» o civiltà. È l’Eternità contro il Tempo. È l’Assoluto contro il Relativo che finge di essere a sua volta assoluto. È Platone-Heidegger-Guénon contro Epicuro-Descartes-Popper. È il Sacro contro il Profano.

    Questo è il Medioevo per cui parteggio: l’eterno Medioevo nell’eterna lotta contro la Modernità. Questa è la Quarta Teoria Politica, non il comunismo, né il fascismo.

    Respingo fortemente quelle cose che non riconosco e che nego in modo formale e informale (razzismo, nazionalismo, imperialismo, colonialismo, xenofobia e così via). Allo stesso tempo, posso essere riconosciuto come difensore e fautore del tradizionalismo, della rivoluzione conservatrice e del ritorno del Medioevo (il «Nuovo Medioevo» era una tesi del filosofo religioso russo Nikolai Berdiaev). Date queste spiegazioni e chiarimenti, posso accettare la tesi di Brandon W. Hawk sul Washington Post.

    Ora, Bannon, Trump o Putin condividono lo stesso approccio alla struttura della storia umana? Il loro conservatorismo è dello stesso tipo? Sono essi dei tradizionalisti? Lo si chieda a loro stessi. Forse sì, forse no. Ma quello che è certo è che l’idea del ritorno dei Bei Tempi si fa ora alquanto seria, poiché è diventata il principale punto di discussione su una delle più importanti testate globaliste al mondo. Al netto delle sciocche accuse, l’articolo di Brandon W. Hawk è perfetto nel catturare l’essenza dello scontro in corso nel mondo tra due campi avversi: il loro e il nostro. Il vero conflitto sta avendo luogo all’interno delle nostre società, non tra di esse. Forse alcuni eminenti americani la pensano allo stesso modo e desiderano ugualmente il Grande Ritorno. Sono sicuro che vi sono persone del genere anche al Cremlino, a Pechino, ad Ankara, a Teheran, nelle capitali d’Europa e in America Latina. Alcuni di loro li conosco, molti altri no. Ma ad ogni modo, ci troviamo dalla stessa parte della barricata nella Battaglia Finale escatologica. Vi sono persone del genere negli Stati Uniti? Dovrebbe esservi. Ovunque vi sia l’umano, il Dasein è presente. Il Dasein decide – forse per l’ultima volta nella storia (nella storia ontologica, Seynsgeschichte), se la scelta sarà sbagliata.

    Così, quando Brandon W. Hawk dice: «In sintesi, Dugin crede che l’alternativa alla nozione di liberalismo sia ‘tornare al Medioevo’», egli ha perfettamente ragione. Sì, credo esattamente questo.

    Brandon W. Hawk continua: «Tali idealizzazioni del Medioevo utilizzano l’idea del passato, piuttosto che la sua realtà, per perseguire i propri progetti politici moderni». Ma qui Brandon W. Hawk finge che io stia trattando solo di «idealizzazioni del Medioevo» mentre egli al contrario conosca la «realtà». Lo stesso fa nella frase successiva: «Eppure le sue idee hanno poco a che fare con il vero Medioevo».

    Il signor Brandon W. Hawk pretende di sapere esattamente cosa fosse il «vero medioevo» e nega la qualità delle mie idee. Sulla base di quali argomentazioni? Il Washington Post presenta con orgoglio… ancora una volta un’argomentazione totalitaria.

    Lo stesso dicasi per «Dugin idealizza una versione fittizia del Medioevo»… Dugin si occupa di «finzione», mentre il Washington Post conosce la «realtà». Sicuro…

    E infine, quanto all’osservazione che «crede a miti costruiti a partire da una storia marcia». La «storia marcia» è una qualsiasi versione della storia che non coincide con il discorso liberale globalista, ovviamente.

    Ma questi dettagli non hanno alcuna importanza. Per essere pubblicati sull’Washington Post, bisogna obbligatoriamente denunciare i «nazisti», gli «agenti di Putin» e i «cattivi» che si occupano di «miti sbagliati» e «nozioni distorte». Non si può riconoscere alcuna caratteristica positiva al campo dei «cattivi»: costoro sono orribili e rivoltanti sotto ogni punto di vista. N’est-ce pas, docteur Goebbels? Questa è la formula richiesta.

    L’essenza è altrove, nell’idea principale dell’articolo. Questa idea è esatta. La Modernità sta giungendo alla sua fine. È tempo di una revisione su scala globale della Modernità nel suo insieme. Il conservatorismo moderato non è più valido. Ha esaurito la sua ragion d’essere. O cadiamo nell’abisso, o ci ricordiamo di come si vola con le ali dell’anima. Ogni compromesso tra l’accelerazionismo liberale e il conservatorismo blando e moderato è finito. Rimangono solo soluzioni radicali. Se perpetuiamo la logica della Modernità e in parte della Postmodernità, saremo distrutti e sostituiti da una specie post-umana. Piuttosto che decidere di frenare o rallentare, abbiamo bisogno di rimettere in discussione l’intera direzione verso cui stiamo procedendo. Il problema non è la velocità. Il problema è la direzione.

    Il progetto del Nuovo Medioevo afferma vigorosamente che l’errore è stato commesso all’alba della Modernità. Non possiamo dunque salvare la situazione senza una revisione radicale della decisione dell’Europa occidentale di entrare nell’era moderna e nell’Illuminismo. Si è trattato di un errore e ha rappresentato la rottura con la Sacra Tradizione. Questa è l’origine della crisi del mondo moderno e l’inizio del regno della quantità (Guénon).

    La Modernità è finita e in seno al suo orizzonte interno non vi è nulla che la trascenda. Siamo dunque invitati a superare questo orizzonte. Ciò significa il Nuovo inizio. Il Grande ritorno. Non si tratta più solo di un problema filosofico. Questo è il problema principale della politica globale. Quindi grazie, Brandon W. Hawk. Hai menzionato il punto essenziale. Procediamo verso il Nuovo Medioevo.

    Traduzione di Donato Mancuso

    [1] Brandon W. Hawk, Why far-right nationalists like Steve Bannon have embraced a Russian ideologue. And how his medieval fantasies distort history for his cause, The Washington Post, 16 aprile 2019. https://www.washingtonpost.com/outlook/201...-right-national...
    [2] Aleksandr Dugin, La Quarta Teoria Politica, NovaEuropa, 2017.
    [3] Luigi Mascheroni, L’ideologo di Putin è stato cancellato dal sito Amazon.it, Il Giornale, 14 febbraio 2019. http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/l...stato-cancellat...



    FONTE - GEOPOLITICA.RU - Alexander Dugin - 23.04.2019



    https://www.geopolitica.ru/it/article/il-r...dJz4F2ZOYnvGaDY
     
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    MIA PERSONALE RIFLESSIONE




    Di tutte le battaglie possibili tanto alla fine in questo universo vinceranno sempre due forze, consapevolezza ed entropia (espansione del caos ordinato), quindi chiunque si muova in senso contrario a queste due forze tanto....avrà sempre perso. Qualsiasi cosa, intento, pensiero che non rispetti questi due parametri è destinato al fallimento e a non ripresentarsi. Così funziona la nostra realtà. Ecco per esempio perchè le elites non potranno mai vincere sui popoli per quanto li possono maltrattare, spogliare e dividere. Proprio per il fatto che tanto comunque prima o poi la consapevolezza media cresce anche se su archi di tempo infiniti e comunque si passa sempre da una situazione di caos a una di maggiore ordine. Quel che si muove in senso opposto non funziona ne può funzionare e penso che questa sarà la ragione che comunque farà fallire il pensiero strettamente individualistico che non abbia la finalità di aumentare l'ordine generale. Perciò la verità esce sempre per quanto si cerchi di nasconderla e l'ordine trova sempre un equilibrio preciso col disordine. La questione è solo se favorire tutto questo rendendo i processi più lisci o avversarlo e faticare per ottenere le stesse cose che avresti lasciandole scorrere

    Il pensiero moderno fondato sull'individualismo nichilista di Heidegger non poteva durare.

    Ed ora che l'elite mondialista che lo voglia o non lo voglia le società stanno tornando.

    È morto un certo tipo di globalismo fatto dall'illusione di un mondo unipolare e di un solo tipo di valori uguali per tutti.

    Adesso bisogna vedere cosa prenderà il suo posto. Non a caso ho detto un TIPO perchè comunque esistono ancora gli altri tipi di globalismo in giro ancora più pericolosi ed estremistici di quello appena morto.

    Vediamo come evolveranno questi anni di transizione verso un mondo sicuramente nuovo. La mia speranza è per un ritorno di un certo tipo di società strutturata e tradizionale ma ovviamente molto più consapevole di quanto non la fosse in passato e quindi senza tutti gli errori e le debolezze di allora.

    Il pensiero pre moderno è tornato. Ed adesso la lotta sarà tra pre moderno e post moderno. Ne sono praticamente sicuro. Ora all'umanità la parola su decidere chi e cosa essere
     
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    Una pesante critica da parte mia verso l'Unione Europea e il concetto kalergo globalista di Europa che non corrisponde alla vera europa storica coi suoi popoli, le sue tradizioni e il suo modo di essere.


    Il mio SCRITTO:

    Federazione dei Popoli Europei (FDPE), una vera alternativa culturale


    https://lookaside.fbsbx.com/file/%D0%98%D1...l-p3ftUFSSxl1Hg


    E vi era pure la versione nelle altre lingue che mettero' anche nelle altre sezioni e quanto prima iniziero' anche quella in russo.

    In bulgaro (Българската езикът)

    Федерация Hа Eвропейските Hароди

    https://lookaside.fbsbx.com/file/ECE%20%D0...X3ejNoPP6LEt28g


    English Language FOTEP (Federation of the Europeans Peoples)

    https://lookaside.fbsbx.com/file/FOTEP%20%...B1zS0pHKsacp2RQ



    Langue Francais - Fédération De Peuples Européens (FDPE)


    https://lookaside.fbsbx.com/file/F%C3%A9d%...rZwaaNezTpY1D7Q
     
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    Propongo qui il testo intero in italiano altrimenti chi non ha facebook non riesce a vederlo:

    FEDERAZIONE DEI POPOLI EUROPEI (FDPE)



    Saggio sull'FPDE





    Indice




    1. Contrapposizione tra UE e FDPE.
    2. Visione identitaria dei popoli d'Europa e si specifica I POPOLI d'Europa.
    3. Potenziamento della natalita' interna delle popolazioni autoctone.
    4. Euro con sola funzione di supporto alle monete nazionali.
    5. BCE come ente pubblico, idem deve essere per le banche centrali nazionali.
    6. Riportare al centro storia, cultura, tradizione, folklore.
    7. Sovranita' nazionali al 1 posto.
    8. Centralita' di identita' e culture locali rispetto ai mercati
    9. Riavvicinamento culturale, politico e spirituale alla Russia.
    10. Abbandono dell'occidentalismo e dell'ideologismo globalista nonche' abbandono dei falsi costumi.
    11. Riprendere il controllo della legalita' attraverso soprattutto il ripristino del senso comune dei concetti nel linguaggio.
    12. Abbattimento del politicamente corretto e dei lessici distorti, utili come cavalli di troia per distruggere le coscienze e la capacita' di giudizio.
    13. Statuizione di una costituzione identitaria nella quale si mette nero su bianco quali sono le identita' originarie d'Europa e dei suoi popoli e si metta come punto decisivo e primario la loro conservazione e prosecuzione.
    14. Tutti i settori piu' importanti e vitali per la vita delle nazioni e della FDPE devono essere assolutamente nazionalizzati, resi pubblici e assolutamente indisponibili per costituzione alla privata vendita.
    15. Promozione delle culture nazionali e del loro studio come delle tradizioni locali, percio' ripresa delle identita' storiche e loro potenziamento.
    16. Livellamento dell'immigrazione verso la riduzione fino ai minimi fisiologici se non anche annullamento come fenomeno. Se necessario si predilige nell'ordine la movimentazione intra stato, poi quella tra cittadini degli stati che fanno parte della Federazione, stando attenti a metterli nella condizione di potersi integrare pienamente nello stato federato in cui andranno, solo in ultima istanza, si puo' concedere l'entrata a cittadini extrafederati, o extracontinentali.
    17. Ristabilizione dell'equilibrio e del rispetto come delle complementarieta' tra uomo e donna.
    18. Ridare importanza alla famiglia naturale fatta di uomo e donna.
    19. Lotta al diffondersi di fenomeni di persuasione pervertitiva, punizioni dure ai reati di plagio intellettuale, psicologico ed emotivo di massa, visione delle teorie LGBT ed a esso legate non come diritti ma come potenziali disturbi del carattere.
    20. La politica estera deve essere volta alla volonta' di aiutare i popoli al di fuori della federazione di avere il pieno controllo e sovranita' su casa propria, qualora esso sia minacciato, si dovra' provvedere ad aiutarli a riprendersi il controllo.
    21. Le societa' interne alla federazione, il loro benessere sociale e il loro mantenimento culturale devono essere la prima priorita' della federazione, rispetto agli affari economici.



    Contrapposizione tra UE e FDPE





    Ai nostri tempi si rende necessaria la costituzione di un organismo politico che sia innanzitutto il riflesso della vera Europa, quella reale, fatta dalle istanze delle sue genti, delle sue popolazioni e che non abbia il mercato o il benessere di una elite come fine ultimo, bensi' si avverte il bisogno di una istituzione che si preoccupi di salvaguardare le societa', i popoli, le culture e le tradizioni come le genti che vi sono al suo interno.
    Una istituzione che abbia come fine ultimo, come sua piu' alta priorita' la conservazione delle proprie culture, con le proprie caratteristiche peculiari e cosi' delle sue genti e ne permetta la prosecuzione e il prosperare.
    L'attuale idea di Europa, elitarista, mercatista, occidentalista, globalista e filoimmigrazionista, pro cosmopolita, e' l'esatta antitesi di cio' che l'Europa e' sempre stata, soprattutto questo approccio, panoccidentalista ne tradisce il suo spirito e natura con tutte le conseguenze del caso che vediamo oggigiorno.
    Serve percio' un'ideale di Europa che rifletta quella reale, storica, millenaria, vissuta e sentita che non sia un progetto imperialista di pochi contro tutti in primis le popolazioni autoctone che la abitano, come nei fatti e' l'Ue.
    Si deve percio' partire dai valori della Federazione d'Europa, che devono essere valori popolari fedeli al sentire tradizionale delle tante popolazioni europee mettendo nero su bianco quelle che sono le nostre origini storiche, intellettuali e spirituali.
    Le basi percio' sono le origini culturali greche, romane, gotiche e slave dell'Europa oltre che cristiane per quanto concerne gli aspetti filosofici, culturale e spirituali.
    Questo va ribadito senza paura e timore e deve essere il perno di una istituzione completamente diversa dalla mercatista, apolide e omologatrice UE.
    L'identita' culturale, etnica e razziale e' importante in quanto essa non puo' difendersi da sola, affinche esista, anche le istituzioni devono collaborare con i popoli al suo mantenimento, dandole modo di rafforzarsi e mantenere quelle caratteristiche che la rendono unica e distintiva.
    Essenziale diventa a questa finalita' la centralita' del fine sociale dello Stato, che deve essere anche nazione.
    Per essere nazione e' necessaria percio' la reistituzione del senso di appartenenza che esiste per via del sentimento comune riguardo alla storia dalla quale si proviene, oltre che la piena sovranita' che si deve esplicitare sia politicamente avendo potere decisionale effettivo che monetariamente.
    La moneta deve essere percio' proprieta' del portatore e non contratta a debito.
    Per fare si che questo sia possibile sia le banche nazionali che emettono la moneta nazionale che la banca centrale della federazione che continuera' a emettere l'euro ma solo come moneta di supporto a quelle nazionali, devono essere enti pubblici pienamente gestiti dal tesoro dello stato.
    Della BCE devono essere comproprietari tutti gli Stati in uguale misura, le quote non possono percio' mai essere cambiate sulla base di altri criteri, vale il criterio per testa, dove 1 vale 1 all'interno della federazione, percio' qualora sia necessario un intervento su una economia della federazione in difficolta', questo verrà votato a maggioranza membro ovviamente che ne fa richiesta escluso.
    Solo se il denaro e' pubblico ci si puo' occupare della societa' in modo pieno.
    Qualora l'emissione del denaro sia effettuata come oggi da un soggetto che e' una banca privata quello a cui ci si espone sono ricatti sociali da parte di forze esterne, di cui private e finanziarie con esito finale, la spoliazione delle nazioni dei loro beni piu' importanti e l'umiliazione e sostituzione dei popoli come ultima frontiera del discorso.
    Noi questo non lo vogliamo ne vogliamo sottometterci a una simile logica perversa.
    Il denaro e' di proprieta' delle persone e non di istituti privati che lo prestano con regole usuraie che portano a cessioni sempre piu' ampie di sovranita' e quindi di possibilita' concreta di autodeterminarsi.
    La contrapposizione quindi tra la Federazione d'Europa e Ue e' proprio nelle fondamenta.
    Dalla gestione del denaro e la sua messa in circolo, il suo fine ultimo, come anche la contrapposizione piena e' con i valori sociali che la federazione si pone rispetto all'unione europea.
    Noi siamo per un rapporto di amicizia che sia reale nelle differenze tra i popoli europei e non per una interpretazione Kalergiana che risulta solo essere utile alla costituzione di un ordine mondiale come pochi potenti vorrebbero, dove i popoli originari d'Europa vengono spogliati di tutto e ridotti a gregge informe a causa di un meticciato forzato istituzionalizzato, con la logica del porte aperte a tutti.
    Logica chiaramente distruttiva considerando che nessun continente da solo, sinanche i piu' grandi o forti, possono farsi carico dei problemi del resto del mondo e accogliere tutte le popolazioni del mondo in casa propria senza che questo non abbia come conseguenza finale la caduta e la distruzione dello stato sociale e delle sue tutele, nonche' vi sia una totale spersonalizzazione e dissoluzione di ogni identita' caratteristica originaria.
    Diventa una considerazione ovvia che con la logica del no alle frontiere come dogma assoluto non si esiste piu' in quanto la pressione indotta dal mondo esterno ti forzera' a cambiare, che questo sia voluto o meno.
    Ebbene questo noi non lo vogliamo, in questo ci distinguiamo, la nostra volonta' e' di far si che l'Europa vera e reale quella che con le sue istanze, differenze e peculiarita' viva.
    Dare modo alla vera diversita' di esprimersi, vivere e conservarsi con i propri spazi con una logica di frontiere che siano forti verso gli altri continenti, quindi ridurre al minimo se non azzerare il fenomeno dell'immigrazione extra continentale, in quanto questa rappresenta la vera minaccia e grimaldello utilizzabile contro la stabilita' sociale e la capacita' delle culture originarie di restare compatte oltre che rappresentare un pericolo reale nei termini di omologazione e perdita di peculiarita' che siano esse fisiche, sociali e culturali di uno specifico gruppo di etnico e sociale.
    Va percio' controllata in ogni modo impedendone la foraggiatura, e va impedito in ogni modo il sovvenzionamento a tutti quegli enti che promuovono questo genere di iniziative e invece vanno promossi tutti gli enti che promuovono la stanzialita' e la sovranita'.
    La contrapposizione dunque tra la falsa Europa fatta di banchieri, massonerie, globalismo e meticciato forzato deve essere reale e trovare in essa il piu grande nemico nell'idea della Federazione Europea che ha e persegue scopi esattamente opposti ai suoi.
    Al globalismo preferiamo il sovranismo, all'immigrazionismo preferiamo l'amicizia solidale di popolazioni autoctone nel loro pieno rispetto, ai mercati preferiamo le culture, al nichilisimo suicida ed apostata preferiamo l'esperienza spirituale vissuta con intensita' e profondita' che dia modo di crescere alle persone anche come interiorita', all'invasionismo occidentalista preferiamo l'europeita' da non scambiarsi come peloso europeismo kalergiano, ma come insieme ordinato di tanti pezzi, come se tutti fossimo parte di un grande puzzle, noi diciamo si alle identita' no ai calderoni e no ai meticciati ad uso e consumo di politiche imperialiste, che umiliano singoli e popoli e li umiliano non solo socialmente ma e' uno stupro che le consuma fino dal profondo dell'anima e della loro coscienza di essere.
    Altro fine della Federazione Europea deve essere quello per il quale gli altri continenti formino in contrapposizione al globalismo distruttore, un intracontinentalismo compiuto, fatto di nazionalismi e sovranismi che si parlino e che arrivino alla costituzione ordinata di un preciso ordine locale e continentale dove si pongano i nostri stessi fini e valori di fondo.
    Percio' piena conservazione dei popoli e delle culture locali e mantenimento delle risorse in loco.
    Questo perche' non si puo' combattere il globalismo senza una idea nuova di economia che non sia continua movimentazione di persone e merci, bensi' dobbiamo privilegiare una economia piu' umana e che abbia come fine quello di muovere il meno possibile risorse, proprio perche' ognuno muova i propri passi in autonomia, e le risorse devono arrivare dall'esterno solo e soltanto se e' quella precisa nazione a richiederlo e nell'ordine come precedentemente stabilito dando sempre la precedenza ai rapporti con le nazioni confinanti o nell'ordine intracontinentale.

    Visione identitaria dei popoli d'Europa e si specifica I POPOLI d'Europa




    Questo e' uno dei punti cardine nei quali la Federazione Europea si distingue e deve sempre distinguere dall'idea di calderone globalista e unionista nella quale l'Unione Europea vuole buttarci.
    Per noi non esiste un solo popolo europeo, ma per il semplice motivo che se cosi' fosse avremmo perso la nostra piu' grande e vera ricchezza.
    Ossia l'ordinata diversita' che convive in precise aree territoriali che la storia ci ha dato modo e la fortuna di avere.
    Noi riconosciamo che l'Europa e' dei popoli originari che l'hanno abitata da millenni fino ad ora, percio' delle popolazioni bianche, caucasiche che appartengono alle macrofamiglie etniche, mediterranea, greca e latina, slava, germanica, nordica e celtico/anglosassone.
    La nostra religione di riferimento e' il cristianesimo che sia esso cattolico, protestante e ortodosso, il cardine filosofico, intellettuale e spirituale rimane il cristianesimo nelle sue varie forme.
    Come anche sono sponsorizzate le forme che riguardano i culti locali e le tradizioni storiche che siano fondamento antico di una societa', per esempio forme di folklore e feste tradizionali che richiamino a usanze antiche vengono difese e insegnate ufficialmente, come parte integrante della cultura umanistica.
    Le altre confessioni sono tollerate ma non gli puo' essere attribuita importanza istituzionale e pubblica alcuna e soprattutto non possono pretendere ne chiedere la sottomissione degli usi e dei costumi locali, devono invece essere a conoscenza che nella nostra logica l'ordine delle cose non puo' essere cambiato ne sara' tollerato.
    La conservazione delle lingue originarie come ufficiali e dei dialetti anche devono essere una delle nostre missioni.
    Tutto questo ovviamente diventa possibile solo se si consente alle popolazioni che da sempre vivono nelle nazioni Europee di aver modo di potersi dedicare alla famiglia e ad avere figli.
    Percio' bisogna promuovere la cultura della vita affinche' cio' che e' nostro non vada perso, ed affinche' sia possibile dobbiamo muoverci nel rendere semplice la vita alle persone esattamente dove esse abitano e non obbligarle a spostarsi con la promessa di trovare fortuna.
    Questo non deve accadere, bisogna creare un piano di redistribuzione delle risorse e del lavoro che consenta a tutti in ugual modo di sviluppare e mantenere la propria societa' e prerogative.
    Deve essere il capitale a muoversi e non le persone.
    Se si fa in modo che il capitale si muova e solo in misure ben armonizzate cosi da creare equilibrio territoriale si crea non solo benessere economico ma anche sociale in quanto si da modo a tutti di contribuire senza creare situazioni pesanti e di conflitto in alcune aree che diventano troppo abitate e altre che diventano spopolate.
    Nella nostra idea di Europa, dobbiamo sapere tutti chi siamo e cosa vogliamo, dai singoli fino alle collettivita' nazionali e dobbiamo ben chiaro in mente cosa difendiamo affinche' questo sia mantenuto.
    La Stato percio' nella nostra logica ha la funzione di armonizzatore e difensore delle istanze delle popolazioni originarie.
    Affinche' dunque si mantengano le cose come sono o quanto meno se proprio devono cambiare questo avvenga per processi naturali dovuti a scelte consapevoli, non per via dei piani di qualcuno, e' necessario sponsorizzare la natalita' all'interno dei vari stati europei, e se possibile nel rispetto delle logiche sopra scritte.
    Scelte diverse sono a nostro avviso da sconsigliare e da scoraggiare, la scelta di fare famiglia con persone di altri continenti e culture sarebbe da lasciare soltanto come scelta individuale proveniente da un vero percorso consapevole e mai promossa come normalita'.
    Le eccezioni sono sempre esistite ma quanto va evitato e' che casi eccezionali diventino riferimento e norma.
    Quanto e' nella logica della Federazione Europea dovrebbe essere arrivare a effettuare una forte economia di mantenimento in contrapposizione a quella consumistica.
    Quindi educare a produzioni intelligenti sia gli industriali che i consumatori affinche' non si distrugga tutto e tutti nella vana ricerca del profitto da obsolescenza programmata.
    Per noi e' preferibile avere quantitativamente di meno ma di fattura e qualita' superiore affinche' si possa avere il tempo libero per educare, per amare, per costruire una societa' migliore partendo da cio' che siamo, che i nostri padri e nonni erano e non sul fai e disfai voluto per comodo dalle elites.
    Al mondo di diverse personalita' preferiamo il mondo con differenti popoli, in quanto un mondo fatto di personalita' e' un mondo nel quale regna la solitudine come sovrana dove ognuno pensa di essere diverso e differente ma in realta' si e' omologati a un contesto con catene molto strette e nemmeno ce ne si rende conto.
    Un mondo fatto da tanti popoli e' invece un mondo nel quale regna la diversita' dei gruppi e delle societa' dove alla fine dei conti non si e' mai veramente uguali e si possiede comunque una personalita' ma si e' insieme sulla base di una storia e di origini comuni e si vuole pero' andare nella stessa direzione senza esclusione alcuna.

    Potenziamento della natalita' interna delle popolazioni autoctone




    Affinchè sia dunque possibile quanto ci proponiamo è necessario perciò partire da quanto abbiamo a disposizione.
    Il continente europeo non può competere nell'ambito dei mercati con gli altri continenti in quanto non possiede la loro superficie e ne uscirebbe indubbiamente perdente da questa logica.
    Ciò che contraddistingue il nostro continente è la sua varietà culturale, il suo potenziale umano, e le sue differenze interne che sono ricchezza vera, l'unica veramente importante, una ricchezza culturale e spirituale che rappresenta una sorta di fuoco intellettuale che può far scaturire grandi invenzioni e cambiamenti anche nel modo di interpretare la società.
    Questo è ciò che con più cura dobbiamo difendere.
    Affinchè sia possibile difendere e tutelare questa diversità bisogna mettere nella posizione le società europee preesistenti e autoctone di continuare a vivere e prosperare, più ancora che non dal punto di vista materiale, dal punto delle possibilità effettive nel benessere di vita, che dal nostro punto di vista è determinato dal sostegno che uno Stato istituzione da ai suoi cittadini al fine di rendere la loro vita più scorrevole e semplice.
    Perchè ciò sia possibile bisogna promuovere un sistema sociale e un modo di vivere che sia amichevole verso le famiglie e gli individui e li incoraggi a proseguire nella scelta più nobile e nel mestiere più difficile che è quello di genitori.
    È chiaro che non si possa chiedere alle persone di dedicarsi con pienezza alla famiglia se queste sono prese da centinaia di affanni e difficoltà e spesso queste sono provocate, in quanto gran parte dei problemi che vediamo oggi non sono reali, ma sono ad hoc, semplicemente per fare business, oppure tenere le persone in condizioni di sudditanza, psicologica, morale ed economica.
    Ebbene noi ci proponiamo ed impegniamo a spezzare queste catene cercando di rendere il sistema immediato, intuitivo, con pochi fronzoli e lasciando discrezionalità al buon senso e alla fiducia delle persone sulle piccole cose.
    L'iper regolamentazione di ogni aspetto della vita non aiuta le persone a crescere, anzi le strangola e le rende mere vittime di un sistema e non se ne usa correttamente invece la capacità di contribuire ad esso.
    Quindi deburocratizzare, non essere attenti pedissequamente a sciocchi vincoli, utili soltanto per il grande potere finanziario che gode delle disgrazie altrui, e dare la precedenza invece alle misure sociali.
    Se come collettività si cresce sia di numero come per senso di appartenenza e senso civico comune i risultati non potranno che arrivare.
    Non esiste perciò altro modo per mantenere vive le varie peculiarità nazionali se non fare una doppia fase di solidarietà, la federazione deve avere perciò nella propria missione quella di permettere la piena sovranità degli stati nazionali al proprio interno cosicché abbiano la piena possibilità ed autonomia di sviluppare se stessi e le proprie potenzialità di gestione delle infrastrutture, e qualora gli stati non riescano da soli a fare fronte alla crescita strutturale che permetta il loro perfetto funzionamento o di sviluppare perfettamente la crescita sociale che pianificano, allora gli stati della federazione, ma solo sui singoli progetti e casi devono provvedere contribuire per le risorse mancanti fino allo sviluppo di quel progetto specifico.
    Il meccanismo di aiuto federale deve essere assolutamente da usare con parsimonia e nel caso che un singolo stato non abbia le forze materiali di portare a conclusione un progetto, in quanto noi crediamo nella piena autonomia e sovranità delle nazioni e vogliamo che esse principalmente abbiano la libertà di poter decidere la propria politica su come crescere socialmente.
    Per quanto concerne la natalità è necessario favorire la cultura della vita in ogni sua fase e quindi dare rilevanza a tutte quelle attività che la difendano o proteggono, aiutando in prima linea in modo concreto tutte le famiglie che decidono di intraprendere la strada di allargarsi rendendo ai genitori più semplice l'occuparsi in modo diretto dei propri figli.
    Rispetto a quanto va di moda modernamente preferiamo siano i genitori i principali datori di istruzione dei figli rispetto alle istituzioni che possono sicuramente fornire la migliore istruzione tecnica, ma umanamente pensiamo che l'educazione sociale e umana che derivi dal poter vivere a contatto con i genitori e con i propri coetanei o con attività formative che vadano oltre alla scuola e che siano esempio di collettività vissuta siano assai più efficaci di qualsiasi attività extrascolastica istituzionalizzata.
    Per fare ciò bisogna alleggerire il carico dei genitori dal lavoro, perciò nella nostra società riteniamo più importante lavorare meno, meglio e dove i ritmi di vita siano più lenti, siamo certi che una iniziale difficoltà materialistica, sarà poi compensata dai nostri sforzi nel crescere una società sana, fatta di giovani, con valori legati alla vita, desiderosi di contribuire al benessere sociale e alla continuazione delle culture tradizionali europee.
    Saremo forse materialmente più poveri, in un primo momento, ma siamo anche certi che la vita non racchiuda il suo senso nella mera possibilità di consumare, ma di generare cose durature e vere.
    Perciò quello che ci proponiamo è di far si che tutti gli abitanti originari delle nazioni europee possano essere nella condizione di avere una famiglia e poterla mantenere senza alcuna difficoltà ne preoccupazione.
    Ribadiamo inoltre che per noi esiste un solo tipo di famiglia riconosciuta e tutelata che è quella naturale.
    Le altre forme familiari non saranno oggetto di discriminazione ma non saranno promosse come nostro modello sociale, in quanto per la federazione europea, la famiglia è formata dagli uomini e dalle donne d'Europa e di origine europea come precedentemente detto.
    D'altronde la supernatalità è l'unico modo che una società ha di vivere, prosperare ed evitare i fenomeni di superimmigrazione che non aiutano certo una società a essere coesa, compatta e sempre più unita ma anzi si tratta di una fenomenologia che la distrugge dalle fondamenta originandone contrasti interni e dissoluzione di identità.
    Senza dubbio perciò la federazione europea aiuterà gli Stati nazione a comportarsi da tali, ossia Stati e Nazioni, dove lo stato organizzazione sia dalla parte del proprio popolo e lo aiuti a consolidare la propria visione di nazione permettendone una cultura della vita forte e stabile, dove le cose sono semplici e si aiuta la gente a essere solidale al proprio interno, punendo duramente e con certezza comportamenti approfittatori e usurpatori.
    La nazione dovrà contribuire a rendere più forte lo stato con la sua dedizione verso le sue istituzioni, con partecipazione attiva e consapevole affinché lo stato sociale migliori sempre più.
    Gli Stati dal canto loro aiuteranno la federazione a essere sempre più forte, stabile, equa e armonica al proprio interno in modo che le disuguaglianze materiali verso il lungo termine siano attutite se non sia possibile azzerarle.
    Vigono come primari i principi di solidarietà reale e di rispetto dell'autonomia degli altri stati che ne fanno parte.
    Per noi gli aiuti devono andare solo alle famiglie che siano parte dei popoli europei originari, chi entra nella federazione deve essere consapevole che potrebbe avere accesso a determinati diritti ma solo a seguito di doveri fortemente impegnativi per quanto riguarda la sua integrazione sia nel contesto nazionale che ai valori della federazione, i quali mai saranno in contrasto con quelli dello stato nazionale della federazione nella quale le persone faranno ingresso.
    Nella nostra logica la grande differenza tra la federazione e l'UE, è che l'UE usa gli stati per il proprio rafforzamento centrale affinché il suo giogo si faccia sempre più stringente sui singoli membri, noi invece poniamo al centro gli stati e le nazioni e il loro benessere come priorità.
    La federazione è al servizio degli stati che la compongono ed è fatta nella logica del loro bene e felicità e non viceversa.
    La federazione vive sulla volontà e la volontarietà dei membri che la compongono di renderla una istituzione forte ma che non dimentichi mai la propria missione.
    Essere al servizio degli Stati, delle Nazioni e dei Popoli che la compongono.
    Il debito pubblico per noi è un mezzo per potenziare le strutture delle nazioni federate, chiunque utilizzi il denaro pubblico per fini personali o progetti a danno della federazione e dei suoi stati sarà punito col massimo delle pene e in modo certo.
    Senza un piano della natalità e una cultura della vita sia a livello locale in ogni singolo stato membro, come a livello centrale una società per forza di cose sarà obbligata a cadere nella trappola malefica dell'immigrazione extracontinentale in importazione e noi questo non lo vogliamo.
    Sarà perciò premura nostra rimuovere ogni ostacolo che renda difficile la vita a chi desidera avere una famiglia e figli, si cercherà di instaurare un rapporto molto diretto tra pubbliche amministrazioni e cittadini affinché possano dedicare più tempo e risorse all'educazione e alla crescita dei figli che non doversi preoccupare di problemi legati alle case o al lavoro e burocrazie.
    Questi aspetti sono da rendere tutti di facile accesso ed alta redditività in modo che la società possa proseguire facilmente nel tramandare ciò che è stata.


    Euro con sola funzione di supporto alle monete nazionali




    Nella nostra logica la moneta deve essere uno strumento utile e coerente alle esigenze nazionali e dei popoli che la utilizzano.
    Essendo che finora l'euro è stato un esperimento fallimentare in quanto non controllato ed è stato discrezionalmente creato sulle fondamenta delle prerogative di una nazione sola, noi abbiamo in mente di ridisegnarlo, affinché non sia più una minaccia ma una opportunità.
    Non vogliamo negare che avere una moneta di confronto unica possa essere utile, ma siccome le nazioni e gli stati d'Europa sono diversi e da sempre la moneta riflette un modo di gestire la politica e dunque di essere, per noi è più corretto che ogni nazione e stato membro della federazione abbia modo di esprimere appieno il proprio potenziale economico anche attraverso alle politiche che più gli si addicono.
    Perciò noi siamo per la reintroduzione delle monete nazionali battute dal proprio tesoro di stato.
    Moneta come proprietà dello stato e meglio sarebbe ancora se al portatore e quindi di popolo.
    Fatto ciò e ridato il ruolo di protagoniste alle monete nazionali ma ovviamente con il criterio di cambio fisso e solo un minimo valore di oscillazione tra loro per non creare inutili tempeste monetarie interne alla federazione, si può ridefinire il ruolo dell'euro.
    Il ruolo dell'euro dovrebbe per noi essere quello di una moneta di affiancamento a quelle nazionali, valida per l'appunto come moneta interna alla federazione negli scambi ma che rifletta realmente i tassi di cambio.
    La bce dovrebbe venire resa pubblica, di proprietà della federazione e dei suoi stati membri che in sede congressuale possono decidere insieme quanta moneta parallela emettere affinché eventualmente la si possa usare per gli scopi sociali solidali, dove le risorse di uno stato membro risultino insufficienti, si può provvedere a una emissione controllata di euro apposta per portare a termine i progetti.
    L'euro nel nostro concetto può diventare moneta da emissione su richiesta, dei cittadini, delle pubbliche istituzioni minori degli stati e degli stati stessi.
    L'emissione non dovrebbe mai essere di un privato.
    Gli stati membri devono poterne disporre liberamente se vogliono effettuandone l'emissione diretta con la propria banca nazionale centrale di proprietà del tesoro.
    Anche se per quanto riguarda i progetti interni preferiamo gli stati utilizzino la propria moneta nazionale, cosicchè se dovessero emergere problemi legati alla stessa si possa intervenire con la moneta federale in sostegno di determinati progetti.
    Essenzialmente la nostra idea dell'euro è di moneta a supporto di quelle nazionali su richiesta, solo per evitare eventuali cambi, se si voglia commerciare con comodità.
    Viceversa si può utilizzare comunque il normale sistema di cambi delle monete sulla base dei valori al giorno in cui se ne fa richiesta, come odiernamente.

    BCE come ente pubblico, idem deve essere per le banche centrali nazionali





    La BCE nella nostra idea deve essere un ente pubblico soggetto al controllo politico della federazione e come tale vi deve essere la possibilità di controllo delle sue attività da parte della popolazione.
    Una banca centrale deve essere per forza di cose pubblica e di proprietà del tesoro federato, altrimenti può utilizzare pratiche monetarie volte al danneggiamento dei suoi stati membri prestando denaro con il signoraggio per l'emissione ed il fenomeno della riserva frazionaria, quindi a debito crescente cosa che finirebbe per arricchire solo un complesso di banche e circoli finanziari a danno della struttura economica reale degli stati.
    Il denaro deve essere emesso unicamente nella misura in cui si renda necessario e il denaro in eccesso deve essere ritirato e abbattuto.
    Questo è un genere di compito che solo uno stato può fare compiutamente, altrimenti si verifica il fenomeno della scarsità del denaro in circolazione con impoverimento sociale progressivo, oppure della sovra abbondanza che crea uno scollamento tra il denaro come misura della ricchezza e la corretta allocazione dei fattori.
    Per noi il denaro dovrebbe essere unicamente una misura fedele di quanta ricchezza vi sia in circolazione, per fare ciò dovrebbe essere necessaria una mappatura di tutte le risorse disponibili sia come grezze che come trasformate e attribuire loro un valore convenzionale contabile.
    Quel valore dovrebbe rappresentare tutto il denaro emesso e da emettere, non di più non di meno.
    Idem deve essere per le banche nazionali centrali, devono assolutamente essere pubbliche e di proprietà del tesoro, altrimenti si verificherebbe lo stesso fenomeno che abbiamo già visto in passato della non piena allocazione corretta dei fattori produttivi.
    Se non esiste la piena occupazione non ci si può occupare correttamente delle finalità sociali e tutto viene a cadere, come già abbiamo visto e vissuto.
    Le banche centrali sono strumenti potenti per la programmazione dei progetti di interesse sociale e come tali essendo queste iniziative di interesse generale, concettualmente devono essere soggette alla critica sociale e alla politica.
    Avere politici servi della finanza è come non averli, o peggio averli come nemici in quanto non fanno l'interesse della società.
    Per noi l'economia deve essere sottomessa sempre alla società, alla politica, e al diritto.
    Se questa la si pone al di sopra si viene a creare la malvagia prerogativa dove colui che possiede il controllo della ricchezza detta le sue regole.
    Dal nostro punto di vista l'economia non è tutto come non è tutto il denaro, essi sono solo strumenti per i quali perseguire dei precisi fini sociali, di conservazione e benessere.
    Distaccati da ciò diventano mero proselitismo di una religione perversa che porta solo danni e distorsioni e non approviamo questo modo di agire, noi preferiamo la vera essenza spirituale e la preservazione delle culture al mero fine ultimo del profitto, per noi quelli economici sono solo strumenti.

    Riportare al centro storia, cultura, tradizione, folklore




    Vogliamo perciò fare quello che non si è fatto finora, ossia riportare il nostro modo di essere come collettività al centro e la politica, a scapito del mero mercatismo da ricerca ingorda di profitto.
    Come precedentemente affermato per noi denaro e profitti non sono tutto, ma sono meri strumenti, se anche dobbiamo perdere “fantomatici” profitti per mantenere sane le società a noi questo non importa.
    In quanto soddisfatte le esigenze basilari di una società e la sua dignità, ciò che più importa è per noi, alla priorità del consumo, è la possibilità di poter conservare il proprio mondo, valori e cultura, attraverso il loro studio, la vita reale vissuta di comunità e gli eventi.
    Affinchè ciò sia dunque possibile la tradizione va preservata preservando le famiglie e le genti, approfondendo una cultura che porti allo studio e alla conservazione delle tradizioni attraverso la loro trasmissione con eventi e in modo istituzionale.
    Noi siamo per dare la possibilità ai giovani, anzi è importante che essi possano conoscere e apprezzare a pieno il mondo dal quale provengono e le sue radici, come che i genitori e gli anziani possano esprimere con orgoglio le proprie tradizioni e appartenenza senza paura di censure e reprimende.
    Affinchè ciò sia possibile quindi si effettueranno la reintroduzione e il potenziamento di tutte le materie umanistiche e attività culturali e ricreative come vissute, inclusive della possibilità di essere vissute ed essere sponsorizzate da tutta la federazione, dove ogni nazione può esprimere liberamente ciò che è, ed anzi la federazione si prenderà cura di fare un progetto nel quale oltre alla conoscenza delle persone negli stati membri, ci si impegni anche alla piena comprensione di tutti gli aspetti interni al proprio territorio e nazione di affiancamento.
    In pratica in una fase preliminare all'attività di erasmus ossia di conoscenza delle culture degli altri stati membri che troviamo doverosa, affiancheremo una attività di intraterra, ossia una attività analoga all'erasmus ma dislocata nelle varie città della nazione in cui si vive negli stati membri.
    Il folklore per noi anche oltre al sentimento di attaccamento alla tradizione ha una valenza essenziale perciò si farà in modo di fare una catalogazione storica ed etnografica raccogliendo tutte le tradizioni degli stati membri per far si che questa immensa cultura umana e popolare sopravviva, incolume e integra nei secoli.
    Senza la tradizione, non abbiamo conoscenza di chi siamo e delle nostre radici, perciò non abbiamo piena consapevolezza di chi siamo e per forza di cose non possiamo davvero sapere dove vorremo andare.


    Sovranita' nazionali al 1 posto



    Senza la sovranità nazionale di un popolo, una nazione non esiste.
    Una nazione è tale quando è sovrana e il suo popolo può in maniera autonoma autodeterminarsi e autodeterminare il suo destino.
    Un popolo che non sia sovrano e padrone di esso e del proprio destino è un popolo che sarà destinato a essere inglobato, distrutto, violentato e umiliato nel profondo della sua essenza.
    Senza sovranità completa e integrale, che sia politica e monetaria non si è padroni delle proprie scelte e di decidere liberamente il proprio cammino.
    Perciò il pieno riconoscimento della sovranità effettiva degli stati-nazione membri della federazione europea sarà il punto principale ed essenziale da difendere e si dovranno ad andare a correggere tutti quei trattati e rapporti con le istituzioni sovranazionali o mondiali che limitino i diritti d'uso di questo diritto essenziale.
    Nella nostra logica vi è la necessità di un completo ridisegnamento della mappa delle sovranità, restituendo, controllo e responsabilità agli stati nazionali, sulla questione confini, regole di giustizia interna, e restituzione del potere di battere moneta e decidere le politiche monetarie autonomamente.
    La federazione europea dovrebbe avere il compito di aiutare ogni stato membro a realizzarsi e realizzare compiutamente il proprio modello sociale.
    Nella nostra mentalità la federazione europea si dovrebbe limitare a suggerire quanto ritiene meglio nelle materie politiche e monetarie ma non dovrebbe mai usare il tono regolamentario impositivo o espropriativo.
    Per quanto riguarda il rapporto con gli enti sovranazionali quali onu e nato a nostra opinione dovrebbero essere completamente essere aperti e pubblici, qualora rimangano organismi con fini opachi e privati nei quali non vi è piena trasparenza delle persone che le compongono e vi appartengono come delle metodologie elettive aperte ai cittadini di tutto il mondo, o si aprono e si sottomettono al regolamento degli Stati oppure debbono sparire.
    Non possono esistere nella nostra logica entità superiori allo stato che non siano pubbliche e nelle quali non vi sia la piena decisionalità delle persone e quindi non vi sia un controllo delle attività e che siano nei limiti delle costituzioni e vi sia la possibilità dell'elettività via voto a suffragio universale.
    Le istituzioni sovranazionali globali chiuse, private e autoreferenziali sono contro i popoli e l'umanità come tali devono essere aperte al pubblico e ogni loro attività assoggettata a controllo statale.
    Qualora si rifiutino di fare ciò debbono essere perseguite, multate e chiuse in quanto rappresenterebbe un interesse chiuso e autoreferenziale incompatibile con la sovranità dei popoli e la loro possibilità di autodeterminarsi liberamente.
    Questo dal nostro punto di vista costituisce il più grande ostacolo al pieno sviluppo di un popolo e della sua maturazione come della sua indipendenza, lo umilia e lo rende pedina di giochi più grandi, questo non può e non deve accadere in nessuna parte del mondo.
    Perciò verrà punita e perseguita duramente ogni forma di lobbysmo ed elitarismo filo globalista.
    Ovviamente tutte le istituzioni della FDPE devono essere aperte ed elettive come democratiche, le cariche decise unicamente per voto.

    Centralita' di identita' e culture locali rispetto ai mercati



    Tutto quanto abbiamo finora però introdotto, ovviamente non è possibile se non attraverso un diverso sistema economico e produttivo come di concetto di mondo, perciò bisogna compiere una importante lotta al mondo del capitalismo neoliberista che come una tenaglia e una religione dogmatica schiavizza le menti di chi lo persegue come sistema dominante.
    Per noi vengono prima le culture e le identità locali e le loro peculiarità rispetto alle esigenze dei potentati commerciali.
    Per noi è più importante mettere le persone nella condizione di poter usufruire di più tempo sia possibile al fine di metterle in condizione di seguire le proprie predisposizioni e vocazioni quindi di essere in grado di realizzare la propria cultura e migliori attitudini, nonché di essere creativi, e vicini attraverso l'uso e la pratica delle tradizioni al mondo dei propri antenati.
    Attraverso quale metodologia puntiamo a riportare al centro le culture a scapito dei mercati?
    Noi crediamo che il sistema capitalistico, consumistico, speculativo e finanziario abbia fallito come anche la globalizzazione accompagnata a perdita di diritti e continua usura delle risorse reali della terra, sono cose che non porteranno a niente di buono.
    Per disattivare perciò la mentalità e il meccanismo consumistico dovremo promuovere l'attività dell'investimento sociale e del bene comune come della conservazione e del risparmio nella società, premiando chi promuove produzioni durature e qualitativamente valide cosicchè il sistema si basi sempre di più su una migliore conservazione, rispetto al trasformare e consumare risorse.
    Questo genere di ridestinazione di uso economica consente ad un capitalismo, qualitativo ed umano di funzionare in modo più lento ed efficiente con un uso migliore delle risorse reali possedute e trasformate cosicchè elevandosi il benessere materiale in termini di qualità della vita e non di consumi, le persone potranno poi dedicarsi al lato culturale delle cose, coltivando l'intelletto e badando meno al consumo, in quanto la durevolezza degli oggetti consentirà alle persone di non affannarsi per rincorrere averi fittizi, quindi sarà possibile il risparmio e il reinvestimento nella società e nelle attività culturali alle quali si darà spazio.
    Siamo certi che rallentando i ritmi di vita sia possibile ottenere una migliore qualità della stessa in quanto vi è modo di assimilare maggiormente le suggestioni e la cultura del mondo nel quale si vive.
    Perciò sarà possibile dedicarsi alle attività culturali ad appannaggio della propria cultura locale affinché questa si sviluppi e si mantenga e crei un senso di coesione tra le persone più forte grazie all'interpretazione comune della propria storia, attraverso gli eventi e il confronto.
    Questo aumenterà il senso di appartenenza alla comunità in cui si vive attraverso il vissuto della storia e della tradizione comune e sarà possibile anche aumentare il senso di appartenenza alla comunità nazionale e continentale.

    Riavvicinamento culturale, politico e spirituale alla Russia





    Altra priorità principale è la visione politica di insieme che deve essere diversa da quella dell'Unione Europea che esiste solamente per una questione di interessi politici ed elitari quindi si muove secondo una logica propria di calcolo assolutamente svincolata dalle affinità di cultura, di popoli, etniche e razziali.
    Noi invece anteponiamo la cultura comune, le visioni comuni e l'appartenenza etnica e razziale perciò di sangue come prioritaria per avere una grande Europa che nel rispetto delle popolazioni realizzi un progetto che nella compatibilità dei popoli garantisca benessere e conservazione degli stessi e delle proprie caratteristiche.
    Quindi è necessario di spogliarsi delle solite posizioni di comodo dovute a progetti alieni al sentire comune dei popoli e fare quanto a nostro avviso più corretto.
    È necessario perciò abbandonare i falsi costumi tossici dell'occidentalismo, fatti di consumismo, frustrazione personale e collettiva per inseguire lo strumento denaro come fine ultimo, riappropriarsi invece della dimensione interiore ed emotiva che più ci è consueta basata sulla riflessione, sull'aggregazione e la capacità di elaborare pensieri critici sia individualmente che collettivamente con il confronto.
    Essere europei è inseguire il sentimento legato alle tradizioni delle proprie origini e i valori e gli insegnamenti del cristianesimo e non inseguire le chimere del consumismo, ma perseguire la generazione di cultura.
    Nella comunanza dovuta agli insegnamenti e i valori del cristianesimo possiamo vedere la strada per il riavvicinamento con la nostra grande sorella Russia.
    L'ortodossia è l'espressione più profonda e pura del cristianesimo che appartiene ai popoli dell'est Europa nostri fratelli, slavi.
    Come tale è uno dei principali cardini della nostra cultura e un aspetto che va valorizzato, come quello dell'integrità morale, dell'introspezione e della coerenza.
    Valori da recuperare a partire dalle nostre azioni quotidiane.
    Inoltre dal nostro punto di vista non può esistere una grande Europa dei popoli in grado di garantire la pace al suo interno e ai suoi confini senza l'amicizia con la Russia, nostro paese fraterno ed alleato.
    Relazioni di piena solidarietà con uno dei paesi aventi il maggior numero di popolazione europea e bianca nonché cristiana e con un percorso storico simile al nostro non può che aiutare entrambe e stimolare ambedue a raggiungere nuovi livelli in campo politico, culturale, di ordine sociale e militare.
    A nostro avviso è un rapporto da privilegiare rispetto a quello con chiunque altro, inclusi enti occidentalisti come la nato che a nostro avviso sono da abbandonare in quanto covo di criminali che fanno il mero interesse di una elite a danno dei popoli, e spesso a noi fraterni, vedere il caso delle 2 guerre nei Balcani prima contro la Jugoslavia e la Serbia poi.
    Affinchè perciò non possa mai più avvenire una guerra al nostro interno e tra i nostri fratelli quello che noi pensiamo è che dovremmo tornare tutti quanti nel continente europeo a collaborare e non con enti nemici ed alieni che nulla c'entrano con l'interesse dei popoli europei, bensì con la Russia.
    Prioritario perciò per noi è riallacciare rapporti di amicizia seri e sereni attraverso la condivisione della cultura storica e dei valori dei popoli europei e cristiani che ci appartengono e accomunano per un dialogo su una grande entità di una federazione eurussa nella quale i popoli conservano le proprie sovranità ma mettono in comune le loro forze, tecnologie e saperi per una struttura continentale dove la libertà e il benessere effettivo come culture e tradizioni regnino sovrane.

    Abbandono dell'occidentalismo e dell'ideologismo globalista nonche' abbandono dei falsi costumi




    Per realizzare quanto si e' detto prima, quindi la ripresa dei valori reali dell'Europa e un riavvicinamento con la Russia e' pero' necessario rimettere al centro la reale cultura europea e la sua tradizione millenaria e dismettere via via i panni di un occidente che e' lobbysta e semplice rappresentazione di un potere finanziario mondialista, lontano e anzi nemico delle esigenze dei popoli e delle nazioni.
    Per riprendere la propria cultura originaria come popoli europei, sara' necessario ridimensionare il fenomeno del consumismo e via via arrivare letteralmente ad annullarlo e ridurlo al minimo fisiologico riportando invece al centro altri fattori, di cui la cultura, la condivisione di intenti e politiche oltre che delle tradizioni vissute, oltre che del folklore.
    Sara' necessario pero' il ridimensionamento della cosiddetta cultura del consumo mercatista e la rimessa al centro dei valori spirituali e della conoscenza sia di se stessi che delle altre nazioni e popoli parte della Federazione, nonche' della comunanza tra noi e il popolo russo sulla base delle nostre tradizioni e comunanze.
    Percio' noi diciamo no alla NATO e alle organizzazioni militari che servono per aggressioni imperialiste e non per mera difesa, e che possono essere usate come arma di ricatto politica e militare per costringere libere nazioni a sottomettersi a logiche suicide che non vogliono.
    Dal nostro punto di vista deve essere difesa la gestione locale e militare delle nazioni originarie, quindi la loro capacita' di polizia, di presidio dei propri confini, nella possibilita' di decidere la propria politica militare.
    Servono sicuramente delle linee guida in questo campo, accomunanti, percio' si decidera' all'interno della federazione per quanto riguarda la politica della difesa una linea di politica comune che sia solo di appoggio alle forze nazionali e che mai ne prenda il posto o ne chieda lo smantellamento.
    Per le problematiche di difesa faremo in modo di implementare un doppio livello ossia stati nazionali forti per quanto riguarda le capacita' tecniche e di sviluppo della sicurezza militare in chiave difensiva e di polizia, e di un contingente federale il quale pero' nella sua idea non costituira' mai piu' del 50% intero delle forze presenti nei singoli stati, in fatto di mezzi e uomini.
    Inoltre i fondi da destinarsi come gli uomini alla politica comune dovranno sempre essere decisi secondo modalita' referendarie che prendano in considerazione anche l'opinione dei popoli facenti parte della federazione europea.
    Questo genere di nuovo approccio basato sul rafforzamento delle capacita' dei singoli stati nazione e della costituzione di un tetto di difesa militare comune, serve fondamentalmente a rendere indipendente la FDPE dalla Nato e per far si che le nazioni europee siano perciò totalmente indipendenti e in grado di salvaguardare i propri confini e di salvaguardare i propri interessi in autonomia.
    Qualora il livello di difesa non possa essere sufficiente in caso di eventuale aggressione esterna allora si utilizzeranno in modo congiunto le forze del contingente federale previste fino a un massimo del 50% in fatto di uomini e mezzi disponibili in dotazione a tutte le nazioni facenti parte della stessa fino al 50% del totale organico.
    Nella nostra idea di difesa dei confini c'e' inoltre l'idea generale di fondo della necessita' di una salvaguardia delle frontiere con l'utilizzo sempre piu' forte e massiccio della polizia della frontiera comune, in pratica tutti i confini della FDPE devono essere adeguatamente difesi, a partire da quelli degli stati nazionali come singole unita', come per l'intero continente.
    Pensiamo inoltre sarebbe bene avviare relazioni sempre piu' pacifiche ed amichevoli con la nazione russa, rendendo in specie amichevoli i rapporti tra gli stati della FDPE confinanti direttamente, con la federazione russa. Inoltre in nome della pace e dei comuni valori condivisi pensiamo sarebbe bene pensare alla cooperazione e allo sviluppo di una difesa comune con la Russia affinche' le due federazioni insieme possano monitorare e vigilare sulla sicurezza del continente e delle sue popolazioni nel modo piu' efficiente e rispettoso dei popoli possibile, per la salvaguardia del nostro amato continente.
    Oltre agli aspetti meramente militari e diplomatici noi speriamo di essere in grado grazie alle aperture verso la nazione russa e verso il cambio del paradigma di pensiero, di essere in grado di cambiare oggi alcuni aspetti della vita che sono diventati asfissianti per la cultura e i popoli d'Europa e di andare a ristabilire un equilibrio che era dei nostri nonni ed e' andato perduto.
    Diciamo percio' no in modo convinto a cose come le teorie LGBT, per noi la famiglia e' unicamente quella naturale e riconosciuta come tale, quella generata tra uomo e donna, per quanto riguarda le altre forme come dicemmo in precedenza non verranno ne perseguite ne discriminate ma nemmeno sponsorizzate, diciamo no ai mercati come unico parametro e scopo della vita delle persone, no al consumismo come unico mezzo con la moneta a debito per tenere in piedi l'economia.
    Noi siamo figli di altri generi di paradigmi nel modo di pensare e di essere.
    Riteniamo dunque sarebbe essenziale promuovere un ritorno alle radici convincendo le societa' nazionali ad amare ed ammirare cio' che era loro prima dell'epoca dei grandi consumi, vogliamo promuovere un diverso rapporto che sia veramente paritario tra uomo e donna e dove non si vedano come in conflitto sulla base dei differenti ruoli sociali, ma anzi si vedano come complementari, vogliamo far si che la nostra gente si ami e che prediliga i propri consimili rispetto ad altro, e al cosiddetto "multiculturalismo" che invece viene penosamente sponsorizzato dalle elites, ma altro non e' che un calderone di persone le quali nulla hanno in comune tra loro, oseremmo percio' definire il tutto un grande bordello, un calderone dalla quale nessuno esce vincitore e tutti ne escono spersonalizzati.
    Dobbiamo percio' rinunciare a mire espansionistiche e imperialistiche, a penosi progetti di manipolazione degli altri continenti e culture, dobbiamo rinunciare alle perversioni e alle deviazioni che altro non sono che disvalori i quali ci sono stati insegnati con la falsa luce di valori.
    Abbandono del consumismo, del multiculturalismo stile babilonia che uccide e distrugge, abbandono del piu' bieco materialismo, della logica diritti civili a ogni costo che in realta' si trasformano in logiche di giustificazione del sopruso, del consumismo che uccide e consuma l'anima e le menti delle persone.
    E' necessario rimettere al centro la famiglia naturale fatta di uomo e donna, le culture, la spiritualita' e l'introspezione sana in sostituzione alle tossiche mode e a ideologie fautrici di perversioni e del culto della morte.
    Siamo percio' anche contrari alle grandi concentrazioni di ricchezza, siamo contrari alle concentrazioni di potere incontrollato, siamo contrari al globalismo come logica omologatrice ed appiattitrice nella quale l'immigrazione senza alcun controllo e' propugnata come falso valore, grimaldello utile per distruggere tutte le societa', siamo invece favorevoli a espandere il sovranismo e il patriottismo come senso di appartenenza culturale e nazionale in tutto il mondo.
    Siamo peraltro contrari all'individualismo in quanto questo sentimento e' la base prima della frammentazione di una societa' e quindi della sua futura disintegrazione.
    Peraltro vogliamo far si che le perversioni e le mostruosita' non vengano educativamente premiate nel nostro sistema, bensi' curate, perseguite e punite, in quanto la salute di una societa' si cura fin dall'educazione del singolo individuo dall'infanzia, se promuoviamo esempi sbagliati o criminosi stiamo creando un precedente per una grave malattia sociale.
    Percio' noi vogliamo impegnarci a promuovere e profondere i valori dell'integrita' sociale, morale, spirituale, mentale e sessuale, poiche' senza queste virtu' tanto a titolo individuale come collettivo non si possono porre delle basi sane per un futuro sociale splendente.
    Per quanto concerne i rapporti familiari non canonici, non togliamo di fondo la possibilita' a nessuno di potersi muovere come meglio crede tuttavia, dovranno sapere che nessuna campagna di promozione dei valori da quel mondo verra' effettuata mai da parte nostra e soprattutto non verra' lasciato via libera mai a nessun genere di propaganda pubblico in tal senso.

    Riprendere il controllo della legalita' attraverso soprattutto il ripristino del senso comune dei concetti nel linguaggio




    Perche' sia possibile dunque tutto cio' e' necessario oltre che un sistema educativo preciso efficace ed efficente, anche un sistema giudiziario e un senso della legalita' parimenti forte, che noi sappiamo bene essere connaturato al dare un preciso valore alle azioni e dunque anche alle parole ed al lessico con le quali le azioni vengono valutate.
    Per esempio noi sappiamo che un fenomeno puo' avere tante nature, per esempio l'immigrazione puo' essere clandestina, con lo status di rifugiato, di richiedente asilo per motivi politici, si puo' essere profughi causa guerra e percio' emergenza sociale, migranti economici, climatici, e cosi' via.
    Ovviamente ognuno di questi termini soggiace a una logica di criterio che e' totalmente diversa e descrive fenomeni che sono completamente diversi fra essi e dei quali e' indispensabile capire l'importanza basandosi su dovuti distinguo lessicali, che non sono una questione o vezzo di forma, bensi' ogni concetto esprime una differente condizione del soggetto e del fenomeno in essere, come tali e' necessario riportare al centro il corretto uso del lessico e dei termini, affinche' non si faccia confusione sulla natura dei fenomeni e quindi sulla capacita' di pesare la loro importanza.
    Tutto questo si rivela ovviamente essenziale, in quanto ci permette di distinguere esattamente la gravita' di un fenomeno e stabilire non solo come curarlo ma anche come e in che misura prevenirlo.
    Ci poniamo percio' come FDPE la missione informativa di restituire al lessico la sua basilare e piu' profonda importanza chiarificatrice, nella quale si neghi la logica tossica del politically correct, che castra le menti e gli animi obbligandoli a una servilita' ai fini dei potenti mass media, i quali possono distorcere a piacere le percezioni dei popoli e dei pubblici a piacimento affinche' recepiscano come non gravi cose assolutamente gravissime.
    Ecco perche' per noi e' importante ridare il valore originario alle parole e percio' ristabilire il corretto valore all'informazione e all'educazione spazzando via personaggi e lobby faziose nel campo dell'informazione e dell'educazione e rimettere invece al centro la cultura storica e giuridica, nonche' civica con il suo lessico originario.
    Questo' e' importante perche' se come nazione si ha una veduta comune sulla gravita' di un reato si possono stabilire le pene considerate le piu' adatte a punire quel fenomeno e percio' verranno facilmente accettate dai popoli della FDPE, in quanto ritenute misure efficaci.
    Come gia' in precedenza annunciato per noi la fase educativa del soggetto e' prioritaria, in quanto se fin dalla tenera eta' i cittadini o futuri tali non hanno consapevolezza dell'importanza delle proprie azioni e pensiero sulla societa' si potra' solo che col tempo deteriorarsi sia a livello morale che sociale come cultura, arrivando poi a scadere in un disordine non piu' rimediabile a causa dello scemare della capacita' di giudizio.
    Questo va evitato, ecco perche' e' importante dal nostro punto di vista attribuire alle parole il corretto significato e usare le stesse in modo ben definito nelle situazioni e non invece utilizzare il lessico faziosamente per distorcere le percezioni.
    Se noi per esempio all'immigrato clandestino probabilmente che scappa in quanto criminale di guerra, attribuiamo il termine generico di rifugiato, oppure di profugo o il genericissimo migrante commettiamo una grave distorsione in quanto facciamo passare, un reato, o la fuga di una persona che delinque e puo' essere potenzialmente molto pericolosa, la equipariamo a una persona che necessita del nostro aiuto e comprensione, questo con il serio rischio di inficiare la validita' di un termine e il trattamento di chi avrebbe davvero bisogno viene cosi' danneggiato da questa confusione intenzionale.
    Si rende dunque necessario ristabilire la cultura originaria e autentica del linguaggio, punendo chi lo altera o lo usa per scopi propagandistici di enti privati e terzi per concorrere a fini illegali e contrari agli interessi delle nazioni e dei popoli della FDPE.
    Gli altri punti per il nostro piano della legalita' sono: certezza della pena, creazione di una logica di gravita' secondo la quale si puniscono i reati, risarcibilita' sociale, ossia chi si macchia di qualsiasi tipo di reato oltre che alla detenzione dovra' sempre scontare una pena di tipo risarcitorio, la natura del risarcimento per noi puo' essere sia in termini monetari come nei termini della perdita di diritti essenziali se il reato commesso e' molto grave e feroce.
    In conclusione alle precedenti considerazioni, per noi il riprendere il corretto senso delle parole ha senso in quanto permette le corrette valutazioni delle quali una societa' ha bisogno, percio' siamo per l'abbattimento di un qualsiasi linguaggio che sia stato reso distorto dal politicamente corretto.
    Siamo dell'idea che il politicamente corretto non debba esistere in quanto e' un qualcosa che acceca menti e cervelli, dunque non permette alle persone di coltivare la corretta percezione di quel che gli succede attorno e di sviluppare il pieno potenziale culturale per eventuali cambiamenti ma in positivo del sistema e non cose che finiscono quasi certamente per danneggiare la maggioranza delle persone.

    Abbattimento del politicamente corretto e dei lessici distorti, utili come cavalli di troia per distruggere le coscienze e la capacita' di giudizio




    Come appunto gia' precedentemente annunciato percio' per far tornare a valere in tutti i paesi facenti parte della della FDPE la corretta visione del criterio di giudizio conformemente alla reale gravita' di fatti, eventi e per riconoscere le reali situazioni e' necessario tornare a un lessico corretto che identifichi in modo vero e preciso le situazioni, che veda in modo obiettivo e oggettivo le cause e le conseguenze dei fenomeni, perche' cio' sia possibile, bisogna riprendere il reale significato dei linguaggi storici, distruggendo e archiviando la falsa lingua faziosa del politicamente corretto e del lessico mediatico che tende all'omologazione del pensiero e delle sensazioni.
    Questo genere di lessici infatti hanno la conseguenza di far percepire le cose al pubblico e ai popoli in modo erroneo, quindi facendo si che il tutto sia sottodimensionato per importanza rispetto al peso reale del fenomeno, quindi il rischio di lasciar correre questi linguaggi e queste distorsioni/manipolazioni delle percezioni, e' quello di far si che un fenomeno o diversi fenomeni negativi infurino all'interno di una delle nazioni federate e senza che le persone riescano a comprendere esattamente il perche' e come combattere quei fenomeni che risultano svilupparsi da un propaganda faziosa che minimizza la reale portata di problemi che sarebbero stati prevenibili con la sola prevenzione, non permettendo percio' a quel qualcosa di attecchire con un indebolimento generalizzato della ragione o delle attenzioni sia individuali che collettive, socialmente parlando su un problema.
    Queste distorsioni e manipolazioni percettive sono devastanti per le coscienze collettive.
    Percio' per noi e' importantissimo tornare a collaborare con i migliori linguisti per restituire il peso e la forma originaria delle parole e dei contenuti nelle varie lingue della federazione affinche' non vi possano essere distorsioni comunicative e guerre di parole per indebolire e distruggere una delle nostre nazioni membro.
    Percio' siamo per vietare ogni forma di politicamente corretto affinche' stampa, organi mediatici, e societa' civile si possano esprimere pienamente con le proprie parole che riflettono i propri veri sentimenti riguardo a una problematica e venga affrontata nella sua pienezza non con gli occhi di chi vorrebbe bendare e distruggere intere societa'.
    Con i lessici distorti siamo anche a favore dell'abbattimento delle verita' raccontate solo in modo parziale e distorto dato che anch'esse creano confusione e distorcono la capacita' oggettiva di giudizio creando enormi danni nelle popolazioni in specie nelle generazioni a venire.
    Percio' dobbiamo batterci per l'uso dei lessici corretti e non solo formalmente parlando ma anche nella sostanza e nei contenuti che dovranno sempre essere veri, e integrali e soprattutto non censurati, distorti o addomesticati in quanto, devono riflettere il reale sentimento di chi percepisce un qualcosa e vuole parlarne liberamente deve poter essere espresso senza dover essere adattato a uno standard di comportamento.
    Noi riteniamo importantissima la possibilita' di esprimersi in modo pieno e integrale perche' solo con il confronto sincero, vero diretto e reale si puo' crescere e si puo' trovare comunanza di sentimento e di intenti.
    Cio' che si vuole inoltre impedire e' l'appiattimento del livello culturale, dei sentimenti e del confronto tra le persone affinche' le culture rimangano vive e come piena espressione di se stessa nella loro componente piu' autentica, vera e originale oltre che sentita e per noi questo e' un qualcosa che va salvaguardato a ogni costo.


    Statuizione di una costituzione identitaria nella quale si mette nero su bianco quali sono le identita' originarie d'Europa e dei suoi popoli e si metta come punto decisivo e primario la loro conservazione e prosecuzione





    Si tratta di un qualcosa dal nostro punto di vista fondamentale e veramente distintivo rispetto a quello che e' l'unione europea in quanto essa come istituzione non si pone questo fine.
    Noi a differenza sua cio' che ci poniamo come obiettivo e' stabilire cosa vogliamo difendere e far proseguire, ebbene per noi le piu' svariate identita', nazionalita' e peculiarita' anche fisiche, etniche e razziali oltre che culturali dei popoli europei sono al primo posto e ci poniamo come fine la loro tutela e conservazione.
    Percio' e' necessario stabilire che l'Europa appartiene ai popoli che l'hanno abitata storicamente nei millenni e alle sue popolazioni autoctone, nella divisione popoli latini/mediterranei, slavi, nordici, celtici, germanico/anglosassoni.
    Riteniamo percio' necessario uno studio storico e storiografico ed etnografico oltre che antropologico completo per definire le caratteristiche e le peculiarita di ogni popolazione presente all'interno delle 30 nazioni europee, affinche esse siano tutelate, protette e conservate in ogni aspetto come anche le minoranze facenti parte di ogni nazione.
    Altro punto che riteniamo essenziale e' stabilire quali culture hanno dato fondamento alla storia d'Europa e quali sono i valori che permeano e accomunano i popoli d'Europa.
    Ebbene senza alcuna paura di essere smentiti riteniamo che i punti in comune dei popoli d'Europa sono stati stabiliti dalle radici del mondo greco e latino antico, dalla filosofia dei primi e dal diritto dei secondi, nonche' dagli insegnamenti del cristianesimo in tutte le sue varianti in specie il cristianesimo cattolico e ortodosso in quanto radici primigenee della cultura e dei valori europei devono essere particolarmente tutelati e protetti, le altre varianti del cristianesimo anch'esse devono essere protette e rispettate in quanto varianti storiche che culturalmente riflettono la mentalita' di alcuni dei popoli facenti parte della federazione europea e quindi riflesso del loro modo di sentire e vivere.
    Riconosciamo inoltre anche l'importanza e il peso spirituale delle tradizioni derivanti dai culti pagani degli antichi popoli europei e la valenza dell'influenza della cultura gotica come riflesso spirituale nella creazione del modo di sentire di diversi popoli europei, nonostante questa non sia considerabile come una cultura ufficialmente viva ma piu' che altro come una sorta di presenza nell'anima e nel cuore delle popolazioni europee.

    Tutti i settori piu' importanti e vitali per la vita delle nazioni e della FDPE devono essere assolutamente nazionalizzati, resi pubblici e assolutamente indisponibili per costituzione alla privata vendita





    Come anticipato all'inizio della nostra trattazione, ovviamente tutto questo non può essere perseguito se non si possiede una visione di insieme e quindi di sistema diverso rispetto a quello attuale.
    Per raggiungere questi obiettivi bisogna affrancarsi dai concetti di mercato è bello, di mercatismo, di globalismo, di privatizzazioni e dal concetto del mercato liberista come unico dio e quindi il perseguimento del profitto come scopo ultimo per la determinazione di chi deve detenere il potere.
    Di conseguenza dobbiamo affrancarci dal concetto del non impedimento della concentrazione del potere in mani private, creando perciò un limite all'arricchimento dei soggetti privati e creando un confine su cosa effettivamente questi soggetti possono e hanno il diritto di gestire.
    Dal nostro punto di vista un determinato genere di servizi quali quelli primari, tipo acqua, energia, giustizia, salute, scuola, trasporti e difesa devono essere strettamente ed esclusivamente di proprietà e gestione pubblica.
    Non dovrebbe perciò proprio essere possibile la vendita di queste attività costituzionalmente parlando.
    I campi che i privati dovrebbero poter gestire sono quelli riguardanti puramente i beni di consumo considerabili voluttuari e di comune produzione quali gli alimentari (ma questo campo sotto rigido controllo statale qualora sussistano problemi per la salute) e seguire una rigida regolamentazione.
    Questo deve accadere in quanto se non si stabilisce che i beni di interesse pubblico siano indisponibili come i servizi primari di interesse collettivo, quello che accade è quanto accaduto fino ad oggi, si rende una nazione facile preda di speculatori, predatori esterni, traditori e approfittatori, questo non deve essere più possibile, perciò deve nascere all'interno della federazione e di ogni suo stato membro un modello diverso di gestione dell'economia che limita la possibilità delle privatizzazioni per costituzione e nel quale la concentrazione della ricchezza viene limitata con precisi e definiti parametri.
    Con anche limiti forti imposti per legge alla speculazione avversa e finanziaria, cosicchè non sia possibile la destabilizzazione di alcuno stato membro da parte di entità e potentati privati.
    Quanto noi immaginiamo e crediamo giusto per la nostra amata federazione dei popoli europei è una idea di socialità e società pubblica da intendersi come nazione federata, insieme di nazioni nella quale la preservazione della loro natura e del loro esistere viene prima di qualsiasi interesse privato.
    Siamo perciò dell'idea che la libertà di mercato pur dovendo esistere in quanto si potrebbero poi porre dei problemi di freno della volontà imprenditoriale di creare cose nuove e di effettuare una gestione efficiente delle produzioni, noi pensiamo che il fine dell'economia debba essere un altro rispetto a quello dell'economia stessa, ossia quello di servire l'uomo.
    Perchè si possa fare questo bisogna mettere precisi paletti al mercato, all'interno dei quali esso si può muovere ma non oltre.
    Per fare ciò bisogna stabilire limiti di detenzione del capitale, e di proporzioni del reddito, tanto singolarmente come per le società private, come mettere precisi limiti alla gestione finanziaria.
    Noi crediamo che determinati beni che riguardano l'eredità dei popoli siano e debbano restare indisponibili e sono quelli più importanti per la vita e il corretto funzionamento di una nazione o del loro insieme.
    Riteniamo che l'ottimo sarebbe eliminare interamente il fenomeno della speculazione finanziaria, in quanto l'arricchimento attraverso trucchi e in modo indebito è un circolo vizioso che crea semplicemente delle distorsioni e delle iniquità che alla lunga renderanno un sistema completamente corrotto e nelle mani di pochi, i quali scavalcheranno ogni legge del vivere civile.
    Questo è bene sia evitato, perciò riteniamo debba esistere un sistema creditizio ma regolamentato molto severamente e che non possa assolutamente avvalersi delle speculazioni borsistiche basate sui fenomeni di manipolazione del mercato e sfruttamento dell'emotività delle percezioni che ne determinano l'andamento.
    Nel nostro sistema economico debbono perciò esistere limiti massimi di detenzione del capitale e di creazione di reddito proprio per non inficiare il funzionamento di un sistema e per non permettere all'ipercompetitività e all'avidità di prosciugare presto le risorse di un sistema e saturarlo, così come meccanismi di gabbie di reddito e capitale detenibile, pena nel caso di sforamento, la sottrazione del capitale e del reddito e la sua redistribuzione nella società ad aiuto delle fasce più deboli, come anche delle attività di pubblica utilità, aiutano a non voler strafare o soverchiare gli altri, eventualmente con intenti imperialistici e di sottrazione della cosa pubblica.
    Questo per noi deve essere proibito e se si va accanto a quello che è il bene di tutti venendo meno a questo principio inderogabile, si deve poter configurare il reato di alto tradimento.
    Per questo genere di reato tutte le proprietà debbono essere sottratte e non si può più rivestire alcuna carica, ne pubblica ne privata e le pene debbono andare fino all'ergastolo e riguardare tutti i soggetti coinvolti in questo genere di attività che siano complici di colui che ha pianificato o eseguito l'attività criminosa di alto tradimento, con pene uguali a quelle di colui che lo commette, che si tratti di organo fisico come individuo o come società giuridica.
    Ritengo che una società diversa possa nascere solo ed esclusivamente da valori completamente diversi con un impianto di sistema che favorisca unicamente quei valori non dando modo a nessuno di minacciarli e di minacciare quelle priorità.
    Nella nostra logica deve essere favorito il risparmio al consumo, il creare valore al debito, la ricchezza sociale a quella fortemente concentrata e individuale in quanto dal nostro punto di vista le vere differenze da conservare non sono le semplici facciate, ma la sostanza delle società e individui.
    La speculazione e la ruberia a nostro avviso devono essere punite, il merito invece la fatica e la costanza di una vera economia fondata sul valore e l'etica vanno premiate.


    Promozione delle culture nazionali e del loro studio come delle tradizioni locali, percio' ripresa delle identita' storiche e loro potenziamento




    Tutto questo deve essere fatto perché sia possibile avere un terreno sul quale si inizia a coltivare un discorso serio di ricostruzione delle società della loro identità storica, della loro ripresa di vigore e di riconquista della propria purezza culturale senza influenze che la degradino o esigenze che sono totalmente in aperto contrasto con la conservazione della società.
    Altrimenti i soliti problemi che il sistema consumistico e bancario finanziario avevano dato fino a poco prima si ripresenteranno.
    Serve perciò un cambio di paradigma umano che tocchi anche effettivamente il sistema produttivo ed economico e come esso deve essere interpretato.
    Quindi bisogna passare da una economia di debito, fatta di consumo e rapina, bisogna passare a una economica che sia con valori esattamente opposti quindi in minori quantità ma con il concetto di qualità intrinseco in se, perciò produzioni fatte per durare molto tempo e con facile possibilità di potenziamenti e aggiunte, affinché lo spreco sia ridotto al massimo e il vantaggio comune per tutti forte.
    Economia di risparmio perché un popolo solo attraverso esso può costruire le sue sicurezze e garantire civiltà e ordine al suo interno, senza una cultura del risparmio e dell'investimento culturale, statuale e infrastrutturale duraturo i problemi non si possono che acuire maggiormente.
    Bisogna inoltre sempre più cercare di fare le cose se possibile con i mezzi propri e non dando sempre e per forza la precedenza alla performance.
    La cultura della speculazione prestazionale fine a se stessa e di arricchimento di pochi soggetti non ha fatto altro che innalzare sempre più nel mondo il livello di problemi fino a renderli in tante parti totalmente insopportabili.
    Perciò realizzati questi presupposti potremo iniziare a ridare forza alle culture nazionali pianificando la loro ristrutturazione e ricostituzione, a partire dal valore delle materie umanistiche nella scuola e che insegnino precisamente l'appassionarsi ad una identità storica condivisa.
    Bisogna perciò ridare peso alle materie umanistiche e al loro insegnamento in quanto la tecnica senza una conoscenza esatta di chi si è, da dove si viene e dove si vuole andare non serve pressochè a nulla, diventa un mero esercizio di ubbidienza e magari si usano in modo distruttivo mezzi e conoscenze che potrebbero essere utilissimi a tutta la società e soprattutto si saprebbero valutare con certezza tutte le implicazioni di ogni nuova scoperta, anche a livello etico oltre che le conseguenze fisiche reali.
    In pratica si conoscerebbe esattamente la direzione nella quale si vuole andare e si saprebbe quale è la radice da cui si viene.
    Perciò sono importantissime materie per noi come la geografia, la storia, l'educazione civica, la storia dell'arte e le lingue antiche, come la letteratura e la perfetta conoscenza della lingua nazionale che deve essere assolutamente ristrutturata e il suo lessico riportato all'originario splendore.
    Molto utile sarebbe vederne l'evoluzione nell'arco del tempo, per capire quali cambiamenti ci sono stati e perché.
    Le lingue antiche come la storia dell'arte consolidano un sentimento antico con quello che è stato nostro e dei nostri antenati e ci permette di prendere consapevolezza delle nostre radici e di quello che ci circonda, quindi ci da modo di avere una idea e una intepretazione e di apprezzare la nostra eredità storica.
    Unica cosa che peraltro veramente conta in quanto i beni materiali, il tenore di vita si può perdere ma se si hanno gli strumenti umani e interiori si può ripartire da zero e anche con poco vivere comunque dignitosamente e come una comunità unità da una stessa storia, identità, radici e valori.
    Tra le altre idee che abbiamo per il rinsaldamento identitario in affiancamento alle attività sociali per i giovani e la nuova centralizzazione delle materie umanistiche e restituire verità e peso al linguaggio, c'è l'affiancamento comunque a una iniziativa che in se e per se possiede senso come l'erasmus (anche se noi siamo per la sua ristrutturazione in senso culturale effettivo che non come mera attività di interazione in se e per se, dal nostro punto di vista sarebbe bene che i giovani che fanno richiesta di una simile iniziativa nelle nazioni federate siano veramente in grado di apprezzare la cultura della nazione per la cui fanno richiesta di permanenza, perciò sarebbe bene valutare la loro conoscenza culturale di quel contesto e l'effettiva compatibilità con la valutazione del vissuto nella nazione di cui si fa richiesta), del progetto intraterra, ossia un erasmus ma di tipo nazionale dove per esempio si creerà un progetto per l'interazione nazionale.
    Un erasmus ma interno, sarebbe consigliato prima di iniziare il vero erasmus verso un altro paese federato, quello interno nel proprio paese federato affinché si abbia prima di tutto la piena coscienza delle potenzialità della propria nazione di provenienza e la si possa apprezzare appieno.
    Fatto ciò sicuramente si avranno gli strumenti per valutare in modo serio e appassionato anche le culture dei nostri fratelli europei facenti parte della federazione, in quanto potremo dire con certezza e senza ombra di dubbio che si sia riusciti a realizzare una piena unificazione culturale nazionale e di conseguenza si ha modo di far apprezzare pienamente il proprio mondo ai propri confratelli delle altre nazioni europee e loro a loro volta riusciranno integralmente a esprimerci il meglio del loro mondo affinché si ottenga la piena comunanza tra europei, fisica, culturale, spirituale e di tradizioni seppur nel rispetto delle differenze.
    Per la ripresa delle identità storiche è inoltre necessario un lavoro di riscoperta della propria storia e del proprio passato a partire anche dalla riscoperta delle tradizioni e della storia locale.
    È perciò necessario un lavoro di collezione delle testimonianze storiche dovute a libri e filmati che vengano conservate gelosamente e venga dato modo a esse stesse di essere centro di aggregazione.

    Livellamento dell'immigrazione verso la riduzione fino ai minimi fisiologici se non anche annullamento come fenomeno. Se necessario si predilige nell'ordine la movimentazione intra stato, poi quella tra cittadini degli stati che fanno parte della Federazione, stando attenti a metterli nella condizione di potersi integrare pienamente nello stato federato in cui andranno, solo in ultima istanza, si puo' concedere l'entrata a cittadini extrafederati, o extracontinentali





    Questo genere di statuizione di priorità riteniamo sia necessario per non creare sconquasso e disordine in quanto ogni comunità presenta una sua precisa immagine etnica e razziale oltre che culturale che la contraddistingue e le da le unicità che possiede, perciò nell'ottica di conservare preservare e far si che tutto questo prosegua, dobbiamo fare attenzione ai flussi umani e come essi si muovono e regolamentarli in modo serio e stringente.
    Noi pensiamo perciò che l'immigrazione come fenomeno debba essere ridotto ai minimi fisiologici nel nome della preservazione sociale e dell'identità e delle caratteristiche di quel gruppo sociale.
    Per fare ciò bisogna stabilire che se proprio esistono necessità materiali dovute alla necessità di persone per colmare specifiche esigenze dovute a produzione o all'assenza di precisi ruoli dal nostro punto di vista si deve sempre scegliere la figura più adatta più vicina sia possibile, e questo anche sui grandi numeri per non alterare gli equilibri consolidati di una città o nazione.
    Per fare ciù si stabilisce un criterio concentrico di compatibilità perciò le figure più vicine possibile bisogna cercare e le più idonee oltre che per quel ruolo anche per la cultura verso cui si va.
    Dal nostro punto di vista perciò la logica da rispettare è movimentazione intra stato per motivi di necessità, quindi dalla località a a quella b per lo stato in cui si è, poi tra cittadini della Federazione però prima osservando la loro possibilità di vivere bene e in piena compatibilità con il contesto in cui si fa richiesta e nel quale si vuole andare.
    Solo in ultima istanza l'entrata a cittadini extrafederati o extracontinentali e specie con i cittadini di altri continenti o di altre culture rispetto a quelle statuite a livello di costituzione identitaria sarà necessario essere particolarmente, severi, rigorosi e rigidi nei criteri di valutazione onde non finire per l'appunto per creare problemi alle comunità riceventi e autoctone, per via di problemi di sicurezza, compatibilità o alterazione della loro identità storica, etnica e razziale.
    Chiunque venga mosso specie se extrafederato o extracontinentale per origine o per cultura non affine o compatibile deve essere giudicato in modo continuo e regolare perché è dannoso aprire società a soggetti pericolosi e non compatibili o grandissimi numeri specie se non ne esiste la reale ragione di importarli e se non equamente distribuiti.
    Ma il tutto deve essere unicamente fisiologico.
    Noi siamo contro un immigrazione che non sia dovuta a nostre esigenze interne sia come nazioni federate che come federazione nel suo insieme, la precedenza verrà sempre data ai cittadini della federazione rispetto al resto.
    Comunque nella logica degli stati extrafederati la precedenza sarà data comunque a persone che comunque hanno origine europea o origini etniche e razziali legate a essa oltre che cristiani, e fanno parte dell'Europa fisica anche se magari non aderiscono alla federazione e agli abitanti della federazione Russa rispetto agli altri.
    Nella nostra logica inoltre sarebbe consigliabile che il discorso sovranista proseguisse anche negli altri Stati non parte della federazione o extracontinentali, affinché ognuno riesca a dare il proprio pieno contributo al rispetto della propria società e alla sua conservazione nel mondo nel rispetto delle altre controllando l'immigrazione come flusso quindi riuscendo a ridurlo al minimo se non totalmente azzerarlo.
    Nonostante noi siamo del parere che sia meglio quasi azzerare i trasferimenti di uomini e donne tra continenti, se non per motivi di brevissima durata temporale per mero turismo.
    Inoltre siamo per statuire un piano di classificazione e monitoraggio di ogni opera d'arte presente sul territorio e di come le città siano conformate esattamente, come siano i paesaggi.

    Ristabilizione dell'equilibrio e del rispetto come delle complementarieta' tra uomo e donna




    Tra i punti di rivoluzione conservatrice a livello culturale che ci poniamo di riportare in auge è la complementarietà dei ruoli tra uomo e donna.
    Uomo e donna dal nostro punto di vista hanno ruoli differenti nella società per via delle loro diverse attitudini che gli sono state affidate dalla natura per ruoli diversi, nei quali eccellere.
    Entrambi meritevoli di rispetto ed entrambi fondamento supremo della società senza di essi non è possibile dare una continuità alla società e non è possibile conservarla in modo sano e quindi con un livello minimo di contrasti interno.
    Dal nostro punto di vista perciò dovrebbero essere rispettati anche nella comunicazione mediatica le due diverse attitudini appartenenti ai due sessi anche comportamentalmente, non mettendo perciò in modo strumentale e continuo i due ruoli in antitesi e concorrenza, poiché questo inevitabilmente deteriora le fondamenta e le possibilità di un rapporto bello e sincero come appassionato tra uomo e donna.
    Perciò anche se pensiamo che i ruoli di uomo e donna siano diversi nella società per natura e debbano essere conservati e difesi come natura ce li ha assegnati, l'uomo perciò deve essere educato alla virilità nel rispetto dei più deboli e delle donne, poiché la sua virilità gli è stata data per proteggere e costruire non per offendere e sottomettere, ancora più importante è per noi il compito educativo e di cura che ha la donna nella società.
    L'uomo senza alcuna virilità non può proteggere le donne e la società di cui fa parte perciò se il suo ruolo si marginalizza la società scompare, o si deteriora esponendosi a criminalità, violenza, degrado, immigrazione illegale che può dare origine ad atti feroci di delinquenza, soprattutto violenze sessuali contro le donne fino al genocidio intero di un popolo se i numeri diventano troppo grandi.
    In questo genere di problematiche è ad esempio è fondamentale l'educazione dei futuri uomini fin dall'infanzia in quanto se non si riesce a far emergere l'aspetto della virilità positiva come istinto di difesa e conservazione fin dall'infanzia ciò che accadrà saranno le situazioni per le quali non riuscirà a relazionarsi correttamente con l'altro sesso e di conseguenza anche essere visto come potenziale difensore di un intero impianto sociale che va dai rapporti famigliari alla nazione.
    Con le conseguenze che già abbiamo visto nei tempi moderni, rischio serio di aumento delle deviazioni comportamentali, delle perversioni, dell'infelicità maschile come anche aumento dell'omosessualità sia maschile che femminile, come si rischia l'aumento delle cosiddette coppie miste con uomini e donne di altri continenti, soprattutto è diventato frequente e quasi una piaga nel caso delle donne europee l'accoppiamento con uomini di altri continenti.
    Questa a nostra opinione è una piaga perché mina le fondamenta dei valori sulle quali una società secolare e millenaria si è costruita costringendola a cambiare dall'interno, tanto dalle caratteristiche fisiche e genetiche come a livello comportamentale può comportare se il fenomeno è molto esteso grandi problemi di identità dei figli di queste coppie come anche problemi di sicurezza per le donne che si lanciano in questo genere di rapporti.
    Senza contare l'influenza culturale che questo genere di accoppiamenti e matrimoni hanno sulla società preesistente.
    Perciò a nostro avviso questo fenomeno o possibilità va ridotta al minimo e scoraggiata o sconsigliata.
    Le possibilità comunque di questa ultima evenienza data la nostra idea restrittiva ed identitaria di migrazione e solo quanto necessaria sono già minime.
    Tuttavia ristabilire l'equilibrio naturale dei ruoli uomo e donna con una educazione adatta a loro e alle loro attitudini fin dall'infanzia, i maschi per quanto riguarda l'educazione a una sana e rispettosa virilità, e le femminile a una femminilità ricca e variegata che può però anche comprendere attività complementari e di supporto a quelle maschili, oltre che nell'insegnamento dell'arte della cura del prossimo, dal nostro punto di vista è importante affinché una volta adulti uomini e donne delle nazioni federate siano totalmente consapevoli dei loro sentimenti e di come riuscirli a esprimere anche fisicamente e gestualmente, cosicchè sia gli uomini che le donne potranno avere una vita emotiva, sentimentale e relazionale piena, totalmente soddisfacente e che dia loro modo di esprimere pienamente se stessi e così se vogliono poter creare una famiglia solida, forte, coesa all'insegna di valori e attitudini tradizionali se lo vorranno, in quanto ne avranno gli strumenti umani per farlo e per conservare la propria società.
    Per noi non esistono ruoli di minore o maggiore importanza, sono tutti sullo stesso piano di importanza in quanto senza l'amore di uomini e donne forti e coraggiosi che danno il massimo e conferiscono tutta la loro passione nella famiglia come progetto di vita sul quale fondare la società non vi è futuro.
    Perciò per noi la donna ha ruolo importante in chiave complementare all'uomo e se vuole può anche affiancarlo nei suoi ruoli primari qualora sia suo desiderio e attitudine.
    Come è per noi giusto che un uomo possa essere accanto alla sua donna e assisterla in ogni modo perciò siamo anche d'accordo che sia possibile anche il contrario ossia che quando la donna ha necessità di aiuto pratico, materiale, sostegno economico, emotivo l'uomo deve poter essere messo in grado di supportarla nel miglior modo possibile, pur non perdendo il suo ruolo di cardine della società.
    Perchè questo sia possibile bisogna perciò far si che vengano eliminate le disparità di trattamento come le propagande faziose effettuate per creare conflitto, dal nostro punto di vista maschilismi e femminismi dovrebbero essere considerati da bandire ambedue, in quanto rappresentano una mina per la pacifica e costruttiva convivenza dei due sessi e quindi una minaccia ai fondamenti della nostra società e valori.
    Perciò sessismi e discriminazioni come conflittualità mediatiche devono essere evitate in ogni modo e punito il loro tentativo di fomentarle.
    All'interno di una società bisogna essere decisi a marciare tutti nella stessa direzione, e non mettersi a litigare, in quanto la nostra stella cometa è la società e la sua conservazione come la conservazione della sua identità, cultura, peculiarità ed equilibrii.
    Per alimentare inoltre il rispetto reciproco e la reciprocità fin dall'infanzia saranno previste a volte sessioni nelle quali si sarà calati nei ruoli dell'altro ma solo temporaneamente questo per avere meglio idea esattamente delle dinamiche che la controparte vive.
    Tuttavia per dire esattamente cosa intendiamo per complementarietà della donna al ruolo dell'uomo intendiamo dire che la donna seppure se per noi possiede abilità molto più alte dell'uomo nel ruolo di cura della famiglia come la sua percezione sentimentale è più forte ed accentuata e come tali sono attitudini che vanno particolarmente stimolate, intendiamo dire che deve essere messa nella condizione comunque di effettuare anche ruoli maschili quando richiesto o se particolarmente predisposta e dotata, ma noi crediamo che la donna riesca al suo meglio nel ruolo di educatrice, di difensore della moralità di una nazione e di colei che ne trasmette il sentimento più alto ai suoi figli.
    La virtù della donna è il cardine di qualsiasi nazione con il coraggio e la forza degli uomini.
    Tuttavia noi ci aspettiamo nell'impegno familiare e relazionale il massimo impegno e serietà dai nostri cittadini in quanto sappiamo che uomini e donne sentimentalmente felici e soddisfatti costituiscono la base per la crescita di una società sana e forte, inoltre se un modello funziona si sarà invogliati a insegnarlo e trasmetterlo ai propri figli.


    Ridare importanza alla famiglia naturale fatta di uomo e donna





    La famiglia è il cardine fondante di qualsiasi società umana, ovviamente quella che garantisce continuità della specie e anche delle proprie caratteristiche come individui e società è quella naturale di uomo e donna.
    Ridare forza e stima nonché rispetto, calore e confidenza ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze è orientato a far si che per l'appunto possano vivere la loro vita sentimentale già dalla più tenera età sicuri e consci di se e poter portare così a compimento quella sacra ritualità che consente a una società di vivere e prosperare nonché continuare.
    Perciò anche se noi non priveremo mai nessuno della propria propensione e indirizzo sentimentale, ne lo perseguiremo, sponsorizzeremo sempre e soltanto l'unione eterosessuale uomo e donna come unico modello veramente efficace e affine al fine ultimo che ci poniamo, ossia la conservazione e la continuazione di una società e delle caratteristiche che la contraddistinguono.
    Perciò pur non perseguendo ne discriminando le altre tipologie di relazione umana, non gli verrà mai data la priorità nei nostri ordinamenti ne nella sua sponsorizzazione come esempio alla quale siamo orientati.
    Riteniamo che quello che la natura ci dà sia importante e debba essere conservato gelosamente e seguito, pur non privando o discriminando nessun altro delle sue attitudini, il nostro compito è proteggere la società e preservarne la sua possibilità di riproduzione.
    Il nostro compito è quella di proteggerla dalle insidie culturali, dall'isterilimento sia dei valori, che delle possibilità, dalle eccessive complicazioni che rendono la sua prosecuzione difficile e impossibile, dalle minacce o dal prevalere di modelli troppo lontani dalla nostra cultura e valori.
    Perciò siamo intenzionati a proteggere la famiglia e i rapporti uomo-donna da qualsiasi insidia esterna che sia propaganda, spinta lobbystica verso altre tipologie di rapporto (tipo quello omosessuale come privilegiato, ma anche le altre derive genderistiche), i comportamenti di questa natura saranno tollerati ma non ne sarà tollerata la loro sponsorizzazione e promozione in chiave propagandistica, o qualsiasi di queste iniziative miranti ad allontanare uomo e donna nella società e a destabilizzare i loro rapporti o a indebolire la famiglia come istituzione.
    Riconosciamo perciò tutti i valori della famiglia naturale e li vogliamo difendere nella sostanza rendendo facile la vita a tutti i cittadini delle nazioni della federazione che volessero fare famiglia oppure fossero in coppia nel continuare a proseguire la civiltà di riferimento, con i criteri e i canoni prima indicati quindi sempre con una forte impronta solidale verso i nostri conterranei della federazione e con la creazione di infrastrutture e figure ad hoc che aiutino la coppia nell'educazione se richiesto e nella possibilità di assisterli qualora possiedano impegni lavorativi molto pressanti.
    Tuttavia per nostra struttura economica cercheremo sempre di lasciare più tempo sia possibile ai genitori affinché possano essere molto presenti in famiglia col proprio tempo e dare la propria impronta per far crescere al meglio i figli.



    Lotta al diffondersi di fenomeni di persuasione pervertitrice, punizioni dure ai reati di plagio intellettuale, psicologico ed emotivo di massa, visione delle teorie LGBT ed a esso legate non come diritti ma come potenziali disturbi del carattere





    Essendo perciò che per noi la conservazione delle nostre società europee e del loro ordine naturale basato sulla coppia uomo-donna, sono la priorità assoluta, ci impegneremo a difenderle in ogni modo rendendo costituzionale e non scardinabile, come fondanti e non alienabili i valori riguardanti la protezione di questo rapporto e sul quale si fonda il nostro intero modo di essere e la preservazione della cultura e delle tradizioni poste in essere da questo vincolo relazionale e morale.
    Perchè dunque la nostra azione si renda efficace, sarà necessario impostare l'intero sistema giuridico, mediatico, educativo e valoriale al riparo da attacchi di qualsiasi genere da quelli di lobby con il fine della manipolazione sociale a propagande faziose che inducono comportamenti dannosi per profitto.
    Per combattere i fenomeni di condizionamento al fine di rendere perverse le nuove generazioni, pensiamo che la prima frontiera sia la linea educativa, ossia educarli a un corretto rapporto tra uomo e donna, a titolo sentimentale, di confronto emotivo e morale, nonché di convivenza già dall'infanzia e ponendoli al riparo da messaggi che possono creare confusione sulla loro identità.
    L'aspetto pedagogico perciò sarà fondamentale in tutti i paesi della federazione in quanto quello che ci poniamo è di aumentare la socialità tra i bambini e i ragazzi affinché possano crescere e maturare al riparo di influenze mediatiche che li esporrebbero poi a serie complicazioni della personalità in futuro, disturbi o dipendenze, nonché decisioni che li potrebbero danneggiare irreversibilmente o danneggiare la possibilità di poter scegliere in modo consapevole nella vita cosa vogliono.
    Riteniamo giusto perciò far capire quali sono i rischi che si corrono avvicinandosi a un certo genere di mondo trattando con genitori e figli i temi sociali legati al mondo della sessualità e delle perversioni non appena i ragazzi saranno in una età nella quale potranno comprendere appieno il tema e le sue implicazioni.
    Perciò noi ci poniamo come missione quella di punire severamente chi compia una propaganda volutamente in malafede e distruttiva della salute sociale e psichica, atta a minare individui e intere componenti della società diffondendo come nuovi modelli dominanti modelli errati di vita.
    Riteniamo perciò che ogni genere di contenuto riguardante questi temi debba essere fortemente e rigidamente controllato, in quanto una sua diffusione non gestita e controllata potrebbe avere conseguenze devastanti sulla società.
    Qualora nelle nazioni federate ci si trovi davanti al fatto compiuto, si cercherà comunque di troncare il fenomeno della diffusione della sponsorizzazione di quei comportamenti con la confisca di tutti i beni delle lobby che sorreggono queste iniziative e la ridestinazione di quei fondi a piani invece terapeutici e di recupero, per quei soggetti che sono stati plagiati e rovinati da questa propaganda indegna.
    Riteniamo perciò che oltre al sistema punitivo e di proibizione delle propagande inneggianti a determinate tipologie di comportamenti che possono essere un danno per la società, sia necessario un sistema di tutela, terapeutico e di rieducazione per chi plagiato da questi fenomeni, nonché un sistema di istruzione ed educazione che dia a tutti i cittadini di ogni stato federato e non soltanto i mezzi per avere una piena comprensione della realtà e potersi difendere da questi fenomeni, anche segnalandoli affinché vengano puniti e perseguiti.
    Per noi devono esistere una serie di reati legati ai fenomeni di propaganda psicologica, con il fine di punire chi induce intere generazioni per propri fini sovversivi al collasso, al genocidio, o all'autodistruzione.
    A nostro avviso dovrebbe essere una reato la propaganda atta a indurre al suicidio sociale e individuale.
    Perciò siamo favorevoli all'introduzione di pene durissime verso chi imponga propagande favorevoli ai sessismi esasperati per danneggiare i rapporti uomo donna, le propagande LGBT in quanto altamente disturbanti della personalità e destabilizzatrici, e a favore dell'illegalità, delle perversioni di vario ordine di cui volte all'abuso e consumo di stupefacenti, o alla violenza immotivata di qualsiasi genere, nonché siamo contro le propagande volte alla destabilizzazione delle nazioni federate in qualsiasi caso, perciò in questa categoria rientrano anche le propagande che sponsorizzano il kalergismo e altri crimini contro l'umanità quali la sostituzione etnica e razziale, il genocidio, o invogliano l'autorazzismo con fine autodistruttivo, o che propagandano la superimmigrazione illegale e incontrollata, per noi sono reati equiparabili al genocidio e all'alto tradimento.
    Non devono essere ammessi ne tollerati e prevedere sempre il massimo della pena oltre che la confisca di tutti i beni.
    Siamo inoltre del parere che determinati orientamenti relazionali, sessuali e caratteriali debbano poter essere valutati come potenziali disturbi perciò, servirebbe una azione atta a comprenderne la natura e lo sviluppo nonché le cause.
    Come prima abbiamo detto non saranno perseguiti e discriminati comportamenti diversi da quello naturale previsto dall'eterosessualità di uomo e donna, tuttavia a nostro avviso sarebbe necessaria valutazione terapeutica specifica per capire se si tratti di attitudine consapevole e legata alla natura psicologica e fisica degli individui oppure a qualche forma di condizionamento esterno.


    La politica estera deve essere volta alla volonta' di aiutare i popoli al di fuori della federazione di avere il pieno controllo e sovranita' su casa propria, qualora esso sia minacciato, si dovra' provvedere ad aiutarli a riprendersi il controllo




    Ogni istituzione che si rispetti che sia nazione oppure federazione deve fare i conti con il resto del mondo circostante e quindi porsi in un'ottica di politica estera di cosa vuole fare e che messaggio dare al mondo.
    Noi crediamo che la pace nel rispetto delle differenze altrui a casa propria sia una buona base per un ordine mondiale al quale tutti collaborano, multipolare e condiviso.
    Pensiamo sia la soluzione migliore e più congeniale per mantenere le identità, le culture, la pace, il benessere e la prosperità oltre che la consideriamo la soluzione più logica in quanto sarebbe profondamente ingiusto se un solo modello di vivere, pensare ed essere, si imponesse su tutti gli altri distruggendoli, o omologandoli.
    Perciò noi come politica estera ci poniamo di promuovere il nostro sistema secondo modalità pacifiche e collaborative presso le entità esterne che volessero adottarlo presso di se aiutandole a esprimere il proprio potenziale o collaborare con noi per un'intesa più ampia nel rispetto reciproco della propria natura e identità, nonché storia e modi di vedere e pensare.
    Noi perciò crediamo nel destino di sovranità ed autodeterminazione piena di ogni popolo e non devono esistere interferenze in questo genere di processo esterne, o ingerenze, incluse le nostre.
    Perciò noi pensiamo che sia necessario muoversi per eventuali azioni atte a riportare l'ordine in paesi extrafederati solo e soltanto se chiamati in causa.
    Per quanto riguarda i paesi federati vale la stessa regola, crediamo sempre nel principio che sia quella nazione stessa in primis a doverci segnalare se necessita del nostro aiuto.
    Unica differenza è che con i paesi federati essendoci un rapporto più stretto provvederemo noi stessi come federazione per primi a chiedere se qualcosa non vada se ci accorgiamo della presenza di processi anti sovranità al suo interno ai quali la nazione confederata non riesca a fare fronte da sola.
    Noi ci auspichiamo quindi che si generino processi nel mondo che spingano le nazioni a essere sempre più consapevoli e in grado di decidere del proprio destino e su richiesta ci impegneremo se possibile per portare a termine il compito di aiutare la nazione o l'insieme di nazioni che ce lo chiedano a sviluppare un modello di piena sovranità autodeterminata nel rispetto del e dei propri popoli e possa continuare a difendere la propria identità e cultura.
    Pensiamo che sia la via vincente per la creazione di un sistema di interrelazione che grazie a singolarità forti e consapevoli possa via via far diventare il mondo un giardino fiorito per tutti, nella quale più nessuno necessiti di doversi muovere da casa propria, se non per mero amore e passione della cultura verso la quale sente di essere affine nel modo di essere, vivere e pensare.
    Ma in totale libertà e consapevolezza e non attraverso alcuna costrizione di genere o bisogno o inganno.
    Noi questi propositi speriamo come innanzitutto detto oltre che con i nostri fratelli delle nazioni federate dei popoli europei, assieme al popolo di Santa Madre Russia, nel nome di uno riuscito multipolarismo sovranista globale che dia modo a ogni continente di essere libero cosi come ogni nazione e identità al suo interno e potersi esprimere per ciò che è e conservarsi.
    Si perché a nostro avviso il dono più grande che abbiamo ricevuto è la vita, è il potersi vivere come popoli ognuno in casa propria, ognuno con le proprie differenze, potendo conservare ognuno il proprio mondo, le proprie caratteristiche e le proprie peculiarità anche fisiche e genetiche oltre che culturali che ci rendono unici come popoli e individui, quello crediamo che più di tutto vada conservato.
    Perciò dal nostro punto di vista non ha alcun senso anzi è assolutamente deprecabile la guerra o la destabilizzazione per fini economici o materialistici.
    Ovviamente chiunque cerchi di praticare tale fine destabilizzatore presso una delle nostre nazioni federate sa che troverà sicuramente resistenza e verrà affrontato in quanto riteniamo qualcosa di intollerabile l'uso della forza per sottomettere, destabilizzare, distruggere, ma agiremo sempre per essere preparati più di chiunque nel caso di questa eventualità proprio perché teniamo a questi valori.


    Le societa' interne alla federazione, il loro benessere sociale e il loro mantenimento culturale devono essere la prima priorita' della federazione, rispetto agli affari economici




    Come prima anticipato ci distinguiamo dall'unione europea perché mentre questa è una istituzione che unicamente fa gli affari dei potenti, delle banche e segue il denaro e l'interesse come sola stella cometa, noi invece ci poniamo tutt'altro genere di obiettivi, per noi i popoli, le collettività e le loro strutture sociali e culturali sono il centro di tutto da difendere e preservare come gli ambienti nei quali vivono territorialmente parlando e in termini di benessere sociale, tutte cose che vanno assai al di la della mera questione dei profitti economici.
    I profitti economici di una elitè ma anche vantaggi stessi monetari e in termini di consumo materialistico non è assolutamente detto che siano sempre un bene per i popoli che li maneggiano, anzi a volte questi obiettivi possono anche dare adito a pericolose malattie sociali, che portano alla fine e al degrado di una civiltà.
    La federazione dei popoli europei pone il suo accento e priorità sulla precedenza del bene collettivo delle nazioni che ne fanno parte, la loro salute, fisica, mentale e psicologica oltre che sentimentale, perciò per noi non ha senso estinguersi o ammalarsi e morire come società, castrate e avvilite da teorie sbagliate in nome di avidità e denaro.
    Sicuramente sappiamo che ci sono necessità e bisogni da soddisfare ma questi non devono mai diventare scusa per avidità che finiscono per consumare sia chi subisce questo modo di pensare come chi lo pratica.
    Perciò come detto all'inizio dello scritto, noi riconosciamo l'Europa come composta dalle popolazioni bianche autoctone che da sempre la abitano ed esse devono essere conservate e tutelate come le loro culture ed etnie in ogni modo e mezzo da qualsiasi attacco esterno.
    Riconosciamo perciò le seguenti identità come di diritto facenti parte della cultura e del genus della nostra federazione, quella nordica dei popoli scandinavi e artici, quelli slavi con la loro nobile e forte ortodossia cristiana, perciò di diritto riconosciamo come nostri fratelli meritevoli di pari amore e rispetto i russi, i popoli latini e del mediterraneo che hanno la stessa origine e cultura eredi dell'antica roma e dell'antica grecia, i popoli germanici e centro europei a esso collegati per caratteristiche fisiche, genetiche e culturali, l'identità dei popoli celtici e le loro peculiarità come a seconda del loro orientamento a riguardo possiamo considerare e riconoscere (ma questo dipende dal loro comportamento e volontà) le popolazioni anglosassoni e britanniche in quanto comunque la loro storia da sempre li vede come qualcosa di a parte, sebbene affine, tuttavia noi siamo per la loro piena inclusione, qualora vogliano aderire a questo genere di valori senza alcuna conflittualità con gli altri membri.
    Noi crediamo nella volontarietà di questi valori, non vogliamo obbligare nessuno né ad aderire né a restare in quanto in questo genere di cause, o ci si crede e le si condividono appieno e nella totale fratellanza e rispetto dei membri che fanno parte di questi progetti, o è finanche inutile iniziare un simile progetto, proprio perché non si basa su degli egoismi e interessi particolari ma su fini che si possono definire, compiti superiori di ordine morale e spirituale, delle sorte di missioni, perciò si deve essere determinati a perseguirli interiormente e ad aiutare in modo forte e volenteroso chiunque nella federazione ne necessiti.
    Lo spirito di fratellanza nella differenza deve essere la stella cometa, perché noi crediamo nelle differenze e negli stati monolitici come una volta ma pensiamo anche che si possano portare avanti insieme anche progetti ambiziosi di collaborazione su base volontaria.
    Più questo genere di fenomeni sono spontanei e condivisi più funzioneranno e avranno forze e voce.
    Peraltro riconosciamo la protezione del cristianesimo nelle sue varie forme all'interno della federazione europea come culto, come valore e insegnamenti di vita.
    Tuttavia sapendo che anche le istituzioni religiose possono ammalarsi provvederemo a vigilare con le nostre norme anche su di essi, in quanto ovviamente nessun ente ne istituto culturale e spirituale può ne deve interferire con ciò che i popoli hanno stabilito per essi stessi, come d'altronde deve essere rispettata l'identità degli organi religiosi e delle decisioni che essi prendono in merito di pensiero, tuttavia ci arrochiamo l'eventuale diritto di prendere le distanze da valutazioni che non condividiamo anche pubblicamente.
    L'adesione ovviamente a qualsiasi forma di spiritualità deve essere qualcosa di spontaneo e sentito da una collettività come sua genesi dovuta a un proprio percorso interiore individuale e collettivo, come per il caso delle relazioni e delle sessualità, le altre forme di spiritualità diverse dagli insegnamenti cristiani nelle proprie diverse forme saranno tollerati se non incompatibili con la nostra conservazione e ordine sociale, oltre che con la nostra morale e modo di vivere o l'ordine pubblico, ma non potranno chiedere assolutamente sponsorizzazione.
    In quanto non rappresentano la spiritualità originaria d'Europa e degli europei.
    Saranno invece conservate e tutelate le antiche forme di spiritualità pagana preistorica dei vari popoli europei in forma folkloristica in quanto sono un bene antico del nostro essere e della nostra collettività, pensiamo perciò che quel modo di vivere non debba essere ne trascurato ne dimenticato.
     
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5 replies since 25/3/2020, 13:32   53 views
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